La penna degli Altri 25/03/2015 09:17

Moggi continua a lottare: «Vado a Strasburgo»

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IL TEMPO (M. CICCOGNANI) - Sereno, sollevato, ma non troppo. Anzi. Aspetta le motivazioni della sentenza della Cassazione e poi ripartirà d’assalto. Perché Luciano Moggi si sente pulito e dopo nove anni di tribunali, vuole che la verità esca finalmente fuori. Un castello costruito ad arte per mettere alla porta un uomo che ormai dava fastidio. A tutti.

Moggi, si sente più tranquillo oggi?
«Tranquillo è un parolone. Un po’ più sollevato, ma anche arrabbiato».

Perché mai?
«Perché questi nove anni hanno dimostrato nulla. Pensavano cose sbagliate, che magari mi arrendessi davanti a qualcosa che non esisteva, ma con me hanno sbagliato di brutto per questo ho continuato a lottare. Il sistema Moggi? Non è mai esistito. Hanno indagato 25 arbitri e ne è rimasto uno solo, Massimo , che non c’entrava nulla con quello che hanno definito il sistema Moggi e con la (contestate le gare - e Lecce-Parma). Di che cosa vogliamo parlare? Il campionato è stato regolare, i sorteggi pure. Si è solo perso tempo e denaro e tutto il resto, come diceva il Califfo, è noia. Se poi è giusto così che facciano pure, siamo in Italia».

Ma lei non è mai contento?
«Lo sono, ma parzialmente, perché molte persone sono state coinvolte in questa storia e non lo meritavano, altre sono state rovinate. Sono felice per chi ne è uscito fuori, felice per chi da sempre ha creduto in me e mi è stato vicino, ma anche rattristito per tutta la vicenda e per un processo che non doveva mai iniziare. Non sono stato io a chiedere la prescrizione anzi, abbiamo snellito il processo portando meno testi, cosa povevamo fare di più».

Cosa l’ha ferita maggiormente?
«Hanno parlato di interessi personali. Ma stiamo scherzando? Io ho sempre lavorato per l’interesse del club. Di soldi ne giravano pochi ma siamo stati bravi ad operare sul mercato portando sempre risultati di alto livello».

Adesso la potrà con forza richiedere gli scudetti tolti?
«Io so che quegli scudetti sono stati conquistati sul campo e basta. Non so cosa farà la , so quello che farò io».

Spieghi meglio.
«Aspetto di leggere le motivazioni della sentenza poi, agiremo di conseguenza. C’è sempre Strasburgo.....».