La penna degli Altri 25/03/2015 08:44
Calciopoli, prescrizione per Moggi e Giraudo: «Ma la cupola c’era»
IL MESSAGGERO (C. SANTI) - Nessun ribaltone per Calciopoli, lo scandalo che da maggio 2006 ha stravolto il mondo del calcio. La sentenza della terza sezione penale della Cassazione (presidente Aldo Fiale), arrivata quasi all’alba di ieri dopo sei ore di camera di consiglio, ha estinto, prescrivendoli, i reati di Luciano Moggi, Antonio Giraudo, Pierluigi Pairetto e dell’ex vice presidente federale Innocenzo Mazzini. Per i giudici del terzo grado, che è l’ultimo, sussiste l’associazione per delinquere, la Cupola c’era ma la prescrizione salva i protagonisti. Il procuratore generale Gabriele Mazzotta aveva chiesta la prescrizione Adesso, per capire esattamente ogni particolare, bisognerà attendere le motivazioni. L’ultimo atto di Calciopoli ha fatto uscire, dopo che avevano rinunciato alla prescrizione, gli ex arbitri Paolo Bertini e Antonio Dattilo entrambi scagionati («è finito un incubo, ci ho rimesso molto», ha detto Bertini mentre Dattilo ha spiegato si essere «molto provato») da ogni accusa mentreMassimoDe Santis havisto confermata la condanna a un anno di reclusione (pena sospesa). Moggi, che ha commentato dicendo «abbiamo scherzato per nove anni, il processo si è risolto nel nulla, tutto era regolare», era stato condannato in appello a 2 anni e 4 mesi mentre l’ex amministratore delegato della Juventus, Giraudo, aunanno e 4mesi e Pairetto a due anni. Per quanto riguarda la posizione di Paolo Bergamo che era, insieme a Pairetto, il designatore arbitrale, la posizione era stata stralciata. Lunedì il pg Mazzotta durante il dibattito - durato otto ore - ha insistito sulla prescrizione mantenendo in piedi le accuse. «È provata l’esistenza dell’associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva - ha osservato Mazzotta - come emerge dalle intercettazioni, dal sistema delle schede estere riservate e dal perseguimento del fine di determinare gli esiti delle partite e la designazione del vertice della Lega calcio». Va notato che per alcune imputazioni il pg ha chiesto l’annullamento perché «il fatto non sussiste».
L’ESISTENZA DELLA CUPOLA La Cupola c’era, secondo i giudici ma a salvare tutti, tranne De Santis, è stata la prescrizione. Le intercettazioni, le cene, le schede erano, secondo loro, un meccanismo per controllare tutto. Prescrizione dicevamo, e prescrizione c’è stata anche per Lotito, i fratelli Della Valle, Mencucci, Foti. Tutti dirigenti che erano entrati nell’ingranaggio di Calciopoli con la speranza di avere dei benefici. Adesso si aprirà un’altra fase della vicenda, quella sul piano civile con i risarcimenti e in questo ambito c’è anche la controversia tra la Juventus e la Federcalcio. Come si vede, Calciopoli non ha ancora una parola fine: ci sono sempre nuovi capitoli anche se, nove anni dopo, la Cassazione ha chiuso la questione penale, questione che ha visto, in ogni caso,un fallimento della stessa. L’enorme lavoro delle Procure con intercettazioni e interrogatori, è andato in fumo, servito solo ad accendere i riflettori nei giorni in tribunale.
SANDULLI: AMARO IN BOCCA Il professor Piero Sandulli aveva presieduto la Corte federale durante il processo sportivo nel luglio 2006. Ieri, commentando quanto accaduto in Cassazione, Sandulli ha affermato che «il processo penale ci ha abituati a vedere chiusure che lasciano l’amaro in bocca e l’impossibilità per il giudice di sancire la colpevolezza di un imputato per mere ragioni temporali». Sandulli ha osservato, in attesa delle motivazioni, che l’esistenza della vicenda è stata confermata e la giustizia sportiva, nove anni fa, era arrivata alle stesse conclusioni.