Sfida nella sfida 22/08/2019 23:58
LA SFIDA NELLA SFIDA: Fonseca vs Andreazzoli
LAROMA24.IT ( Massimo Scialla ) - Una stagione che si chiude carica di rammarico per l’ennesima overdose di soldi che non fanno la proverbiale lira, poi il caldo record (quello si rinnova ogni anno praticamente da sempre), l’emicrania da calciomercato, il dissimulato interesse per il nuovo kit da trasferta, quindi le amichevoli guardate con la coda dell’occhio perché si sa ‘il calcio d’agosto è fuorviante’. Storia già vista: l’effetto finale è che l’assuefazione che a maggio avevi quasi promesso a te stesso di sconfiggere per sempre torna a farsi viva più forte di prima. Risultato, l’attesa per la prima di campionato diventa uno snervante conto alla rovescia, nonostante il trauma delle bandiere - con modalità differenti ma esito tristemente simile - ammainate, ripiegate e riposte. Roma-Genoa di domenica sera sarà questo. Sarà voglia di ricominciare e capire se qualcosa è effettivamente cambiato. Di nuovo.
PANCHINE - Tanti i volti nuovi nella rosa giallorossa, ma quello più atteso è forse quello di chi siederà in panchina. Paulo Fonseca è figura catalizzatrice di attenzioni, descritto nelle ultime settimane come colui che ha saputo dare entusiasmo all’ambiente e restituire verve atletico-agonistica ai calciatori. Finalmente la possibilità di avere su di lui un primo responso, concreto stavolta. A tentare di mettergli i bastoni tra le ruote ci sarà Aurelio Andreazzoli, vecchia conoscenza dei tifosi della Roma. Prima panchina in campionato con il Grifone per lui, dopo la vittoria al debutto assoluto per 4-1 nel terzo turno di Coppa Italia contro l’Imolese.
POTENZA ED ATTO - Da un lato c’è il tecnico portoghese, tela completamente bianca su cui lui stesso ha gli strumenti per dipingere un’opera d’arte o abbozzare una pacchiana caricatura, quella di un calcio tanto ammaliante quanto rischioso. Pura potenza, nel senso che le possibilità di evoluzione sono pressoché infinite: da quella di regalare ai tifosi il primo trofeo dopo tanti anni a quella di deludere rovinosamente, passando per una vasta gamma di vie di mezzo. Forma, invece, ormai ampiamente acquisita dalla Roma che fu di Aurelio Andreazzoli. Ereditò una tela già irrimediabilmente scarabocchiata da chi lo aveva preceduto, e ne fece uno dei pastrocchi più vivi nella memoria dei tifosi giallorossi. (Misf)Atto consumato, non solo per sue colpe, s’intende. Le sue 17 apparizioni sulla panchina giallorossa culminarono nella sconfitta in finale di Coppa Italia contro la Lazio: tela strappata e cestinata, polveriera in casa Roma ed un grosso arrivederci alla carriera da allenatore, che riprenderà solo quattro anni più tardi.
NUMERI – Nonostante la differenza dal punto di vista anagrafico - 46 anni per Fonseca, 65 per Andreazzoli - è il tecnico nato a Maputo, tra i due, ad aver accumulato decisamente più esperienza in panchina: 351 apparizioni alla guida di club professionistici, contro le sole 64 accumulate dal toscano, divise tra Roma, Empoli e, in una sola occasione, Genoa. Dalla sua Andreazzoli può però vantare un’infinità di panchine nelle serie minori e, soprattutto, la grande esperienza accumulata da collaboratore tecnico all’Udinese e alla Roma. Qui, esclusa la parentesi da allenatore, ha ricoperto un ruolo nello staff tecnico per quasi 10 anni complessivi. Professione: tattico. Anche in bacheca la differenza è netta. Fonseca vanta 9 trofei complessivi tra titoli, coppe nazionali e supercoppe, conquistati sia in Portogallo che in Ucraina. Andreazzoli invece si tiene stretto il suo unico titolo, la conquista della Serie B risalente alla stagione 2017/2018 con l’Empoli, che avrebbe poi guidato anche l’anno successivo. Non durò a lungo: esonero in seguito alla rovinosa sconfitta subita a novembre per 5-1 al San Paolo. Andreazzoli verrà anche richiamato a marzo dal presidente Corsi - dopo il 2-1 dell’Olimpico contro la Roma ed il conseguente esonero di Iachini - ma non riuscirà ad evitare la retrocessione dei suoi.
LAVAGNA TATTICA – L’impostazione di Paulo Fonseca è senza dubbio fedele ad una difesa disposta con 4 elementi. Più duttile la filosofia di gioco di Aurelio Andreazzoli che, pur prediligendo la linea arretrata a 4 con rombo e due punte, ha talvolta schierato soltanto tre difensori per infoltire la mediana. Punto di riferimento per l’allenatore del Genoa è il fantasista che svaria dietro le punte – l’assenza di Saponara contro i giallorossi può incidere nelle sue scelte – con compiti però differenti rispetto a quelli assegnati all’incursore previsto nel 4-2-3-1 di Fonseca. L’aggressività e l’alta densità di uomini in zona palla immediatamente dopo averla persa costituisce un credo condiviso dai due allenatori, così come la tendenza a proporre un calcio arioso e votato all’attacco. Una sfida, dunque, a colpi di istruzioni, scelte, mosse e contromosse. Tanto per cominciare.