Sfida nella sfida 17/12/2016 00:38
LA SFIDA NELLA SFIDA: Dzeko vs Higuain
LAROMA24.IT (Daniele De Angelis) – Osannati quando fanno il loro mestiere, criticati nei momenti di flessione. La dura legge del gol comporta anche momenti di alti e bassi nella vita di un attaccante. Soprattutto se nel curriculum del giocatore c'è, da sempre, un elevata propensione al gol. Specie se questa è un requisito richiesto dalla squadra in cui gioca e se la squadra in questione ambisce a vincere. Sabato Juventus e Roma, che si contendono 3 punti fondamentali per una corsa-scudetto che può chiudersi o riaprirsi all’improvviso. E i due protagonisti acclarati del confronto dello Juventus Stadium indossano la maglia numero 9. Da una parte Edin Dzeko, che proprio alla Juve segnò il suo primo gol italiano: un’incornata di testa dopo aver sovrastato un cliente scomodo come Giorgio Chiellini. Una rete, quella del 2-1 del confronto dell'Olimpico di un anno fa che aveva dato sogni e speranze, prima disattese e poi tornate alla ribalta, ai tifosi giallorossi. All’angolo opposto c’è Gonzalo Higuain, che alla Roma ha segnato ugualmente un solo gol, 2 anni fa a Napoli, ma non per questo diventa meno temibile. Una potenza di fuoco complessiva da 29 centri in circa 3 mesi di calcio giocato. E pensare che solo una stagione fa un semplice accostamento tra i due numeri 9 poteva sembrare una bestemmia. Higuain metteva a referto la bellezza di 36 reti in campionato mentre Dzeko ne contava solo 8 realizzati e un numero in quantificabile di occasioni sprecate.
DESTINI INCROCIATI – E pensare che i due potevano prendere strade inverse e magari, perché no, incrociarsi con maglie diverse. Dzeko in passato era stato più volte vicino alla Vecchia Signora. La prima nel lontano 2010, poi due anni fa, prima del suo approdo in giallorosso. Un affare che appariva destinato ad andare in porto, ma la fumata bianca non arrivò mai. “E’ troppo buono”, fu la spiegazione data da Marotta all’entourage del giocatore. La mancanza di cattiveria, che spesso gli è stata rimproverata, in primis da Spalletti, è stato un fattore decisivo per l’ad bianconero, che poi virò su Mandzukic. Pochi mesi più tardi il bosniaco sbarcò sempre in Italia, stavolta però a Roma, con l'accoglienza delle grandi occasioni. Higuain, d’altra parte, nel corso della sua esperienza italiana era stato più volte accostato alla Roma. Voci tra il vero e il puro fantamercato, che hanno trovato resistenza nella ferrea volontà di De Laurentiis e soprattutto la clausola rescissoria monstre di 94 milioni, quella che poi la Juve ha versato nelle casse dei partenopei ripetendo nell’arco di un mese la stessa operazione messa in atto per strappare Pjanic alla Roma.
MEME - "Da grandi poteri derivano grandi responsabilità". Una popolare frase del fumetto Spiderman che meglio si adatta al destino dei due attaccanti. Grandi responsabilità ma anche grandi aspettative, talmente grandi che, inevitabilmente, il mirino della critica è sempre puntato su di loro. Basta una latitanza in zona gol, che sia lunga o meno, per scatenare una valanga di malumori. E la critica, nei nostri tempi, assume le forme più variegate. Dzeko ne sa qualcosa. D’altronde l’assonanza del suo cognome con la parola “cieco”, unita agli errori grossolani capitati di sovente nella passata stagione, è stata immediata. Ed ecco che sui social network sono iniziati a circolare i meme e i fotomontaggi che lo ritraevano con occhiali scuri, bastone e cane al seguito. Ironia di dubbio gusto poi smentita dai risultati sul campo. Ma anche su Higuain la critica 2.0 non è stata da meno: ancor prima dei numeri sotto le attese, l’oggetto del contendere è stato il suo stato di forma quando si è presentato a Vinovo subito dopo la Coppa America. Nella prima uscita con la maglia della Juve, l’amichevole a Londra contro il West Ham dello scorso agosto, l’Higuain visto in campo appariva più “appesantito” rispetto a quando vestiva la maglia del Napoli. Un fatto che non è sfuggito né ai tifosi bianconeri ne ai tanti anti-juventini.
PAROLE - Ma tra gli alti e bassi della vita di un attaccante arriva anche il momento in cui le critiche possono essere smentite con i fatti. A chi gli rimproverava un giro-vita troppo accentuato, Higuain ha risposto così dopo il suo gol all’esordio ufficiale in maglia bianconera: "Io grasso? Ditelo pure, così faccio gol ogni volta”. Di ben altro tenore la risposta di Dzeko: “Le critiche che ho ricevuto non mi hanno sorpreso. Era normale, quella scorsa non era stata la mia migliore stagione. Volevo fare di più e mi pare ci stia riuscendo”. Una replica “da bravo ragazzo” qual è (“Se sbaglio due occasioni è perché non sono cattivo? Per me cattivo significa che devi sfruttare tutte le occasioni che hai, che ti devi concentrare di più. E mi impegno per farlo, ma non posso cambiare a 30 anni, sono fatto così”) che la rivincita se l’è presa sul campo. Ma attenzione, “sono già 3 partite con segna, deve sbrigarsi…”. L’avviso, tra l’ironico e il serio, è dell’ex ds giallorosso Walter Sabatini, l’uomo che lo aveva strappato al Manchester City dopo una lunga trattativa. Come a dire che gli umori dei tifosi e degli appassionati di calcio possono cambiare da un giorno all’altro.
NUMERI – Ma i numeri di Dzeko lasciano poco spazio a chi intende controbattere: 17 gol nell’arco di 3 mesi tra campionato ed Europa League. 12 in campionato, 10 dei quali arrivati nelle prime 10 giornate di campionato. Un primato che in precedenza apparteneva a un signore che dalle parti della Capitale ricordano bene, quel Gabriel Omar Batistuta che fu più che decisivo per la conquista del terzo scudetto giallorosso. Un parallelismo che un anno fa poteva ugualmente sconfinare nella blasfemia ma che, numeri alla mano, è diventato inevitabile. La ‘sindrome del primo anno’ che ha caratterizzato la carriera del bosniaco ora è stata messa da parte. Sull’altra sponda c’è però chi ha vissuto un momento di flessione ma che, d'altra parte, non ha dimenticato il suo mestiere. Forse la media realizzativa di Higuain è lontana dai fasti della scorsa stagione ma anche per lui parlano i dati. I 9 gol realizzati finora in campionato (altri 3 in Champions) sono stati quasi sempre decisivi (fa eccezione il secondo gol bianconero contro il Cagliari, sfida stravinta dalla Juve per 4-0). Un altro fatto che accomuna i due ‘arieti’ di Roma e Juve: quando hanno segnato, i loro gol hanno sempre portato 3 punti alla loro squadra. La sfida al vertice di sabato passerà inevitabilmente anche dai loro piedi.