Sfida nella sfida 14/05/2016 04:00
LA SFIDA NELLA SFIDA: Totti vs. Balotelli
LAROMA24.IT (Daniele De Angelis) – Stadio Olimpico di Roma, 5 maggio 2010, finale di Coppa Italia. La Roma di Ranieri e l’Inter di Mourinho tornano a confrontarsi per un altro trofeo, dopo aver passato una stagione a contendersi uno scudetto vinto poi al fotofinish dai nerazzurri. L’Inter è in vantaggio per 1-0 e mancano 4 minuti più recupero al termine. L’Inter è in attacco, Mario Balotelli è sulla fascia sinistra, al limite dell'area giallorossa, accerchiato da 3 avversari. Poi all’improvviso cade a terra e rotola più volte. Francesco Totti, che aveva avuto uno screzio in precedenza con il giovane attaccante nerazzurro, gli aveva appena assestato un calcio alla gamba destra, all’altezza del polpaccio. L’arbitro Rizzoli vede tutto, come le migliaia di telespettatori davanti alla tv. E non può far altro che estrarre il cartellino rosso.
ANTEFATTO – Partire da questo antefatto è inevitabile, quando all'orizzonte si ripropone un nuovo confronto tra Totti e Balotelli. Quello fu senza dubbio una macchia nella lunga carriera del capitano giallorosso. Un episodio che al tempo fece scalpore. Addetti ai lavori, opinionisti, politici, presidenti della Repubblica e così via: tutti si sentirono ‘obbligati’ a dire la loro. Due giorni dopo il capitano giallorosso dà la sua versione dei fatti, dalle colonne del Corriere dello Sport. Una lunga lettera a cuore aperto, nella quale il capitano fa ammenda e spiega di essere stato infastidito dall'atteggiamento provocatorio di Balotelli (mai citato e apostrofato come “lui”): «Ho sbagliato e pagherò, ma spiegatemi perché nessuno dell'Inter ha preso le sue difese. Lui è un provocatore, crea problemi ovunque». Il numero 10 spiega poi la natura delle provocazioni di “Super Mario”: «Sentire che un calciatore alle prime armi, ma con grandi doti, offenda ripetutamente i miei tifosi, la mia città, il mio senso di appartenenza a Roma, oltre a me personalmente, dicendomi che sono finito, è insopportabile». Qualche giorno dopo è Balotelli, in un’intervista a Vanity Fair, a dare la sua versione dei fatti: «Gli ho solo detto una cosa tipo: “Continui a giocare o vuoi fare il bambino?” Lui mi ha risposto “Negro di …”. L'insulto mi ha fatto più male del calcio. Totti è uno che ammiravo».
DISTENSIONE - Un “sei finito” detto a cuor (fin troppo) leggero, secondo la versione del capitano, era alla base di quell’episodio. Una frase che negli anni si è rivelata un anatema per chi la pronuncia e, viceversa, un elisir di lunga vita per il suo destinario. Quel calcione resta una macchia nella lunga carriera di Totti, che rafforzò l’immagine di “bad boy” di Balotelli, destinato a raccogliere più critiche che consensi e a far parlare di sé più per le vicende fuori dal campo. Ma è un episodio che sembra appartenere alla preistoria, visto che negli anni non sono mancati attimi di distensione. La pace è scoppiata nell’ultimo incrocio tra i due: una stretta di mano e uno scambio di complimenti Roma-Milan di due anni fa. E ancora, poche settimane fa, dopo la doppietta di Totti al Torino, Balotelli ha fatto i complimenti al numero 10 giallorosso via Twitter: «Due palloni, due gol: è semplicemente stupendo».
PARABOLA – In tema di coincidenze, vale la pena di ricordare quel Roma-Milan dell’aprile 2014, quell’ultimo incrocio. I giallorossi vinsero 2-0 ed entrambi furono protagonisti, seppur con alterne fortune. Il capitano giocò una bella partita, per il numero 45 rossonero fu una giornata da inferno: anonimo in campo, beccato tanto dai tifosi romanisti (“Quanto clamore per un viziato senza onore”, recitava un eloquente striscione esposto in Curva Sud) quanto dagli avversari in campo (memorabile l’immagine di Ljajic che ‘gli fa il verso’). Dulcis in fundo, poi, la lite in diretta tv con l’opinionista di Sky Giancarlo Marocchi, accusato da Balotelli di “non capire nulla di calcio”. Quella partita fu forse l’inizio di una parabola discendente che ha toccato l’apice durante i Mondiali brasiliani, con la lite nello spogliatoio con i ‘senatori’ della Nazionale dopo l’eliminazione con l’Uruguay. «Servono uomini, non figurine»: una frase di un altro romanista, Daniele De Rossi, che col senno di poi sembra quasi un epitaffio.
PRESENTE – Tornando ai giorni nostri, sia Totti che Balotelli vengono da due annate complicate: poche presenze, infortuni continui e di mezzo anche la questione del futuro. Quello di Francesco Totti, è cronaca di questi giorni, è in via di definizione. Un sospirato rinnovo sta per arrivare, presumibilmente a fine campionato. Il futuro di Balotelli al Milan, che prima lo ha ‘scaricato’ a suon di milioni al Liverpool per poi vederselo rispedire indietro in prestito, è tutt’ora in forse. I numeri di questa annata, difficile per entrambi, rendono il confronto ancor più impietoso. Per Balotelli 19 presenze e un solo gol, una magistrale punizione in Udinese-Milan dello scorso settembre. Meno apparizioni in campo per il capitano (12) ma 5 reti all’attivo. 4 delle quali decisive per la rincorsa alla zona Champions. E adesso l’ultimo atto, che sa di spartiacque. Per Totti, destinato a subentrare dalla panchina nel nuovo ruolo da ‘risolutore’ che mister Spalletti gli ha cucito addosso, sarà l’ultimo atto di quella che si avvia ad essere la penultima stagione della sua carriera. Ma anche per Balotelli, che ha recuperato in tempo, potrebbe giocarsi invece le ultime chance di permanenza in rossonero.