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Sfida nella sfida 01/11/2013 20:02

LA SFIDA NELLA SFIDA: Florenzi vs Cerci

Tra questi c’è però chi non è riuscito a diventare un simbolo nella capitale dovendo cercare fortuna altrove: come Cerci Alessio che lontano da Roma è diventato uno dei calciatori più apprezzati del campionato italiano. e Cerci hanno oggi ruoli simili, tanto che, oltre a sfidarsi domenica alle ore 20.45 allo stadio Olimpico di Torino, potrebbero farlo anche per una convocazione in vista dei Mondiali 2014 in Brasile.

– Classe ’91, nato a Roma l’11 marzo, nella sua breve carriera ha giocato praticamente in tutti i ruoli. Cresciuto nelle giovanili giallorosse, era il capitano della Primavera di Alberto che vinse lo scudetto nel 2010-2011. In quella squadra, nel di Spallettiana memoria, agiva da trequartista alla Perrotta, oppure nei due a centrocampo. Nel Crotone mister Menichini lo fece giocare anche come . Nel primo anno con la Roma dei grandi, Zeman lo usava come intermedio classico a sinistra nella mediana; Andreazzoli come giocatore di fascia. Quest’anno gli ha consegnato il ruolo di esterno d’attacco e interpreta il ruolo come meglio sa fare, facendo della grinta e della generosità tattica il suo punto di forza. Ma Alessandro non è solo questo, ha anche spiccate doti tecniche nello stretto come dimostra lo smarcamento tra i difensori in occasione dell’assist per il gol di Borriello al Chievo. Sono già 4 le reti messe a segno da ‘Flore’ quest’anno, ha migliorato dopo sole 10 giornate il suo score personale in Serie A (per tre volte timbrò il cartellino la passata stagione).

CERCI – Nato nel 1987, ‘l’Henry di Valmontone’ è diventato grande. Era questo il soprannome di Alessio Cerci nelle giovanili della Roma. Un talento tutto mancino che in prima squadra non si è mai riuscito ad imporre nonostante Fabio Capello lo fece debuttare in Serie A all’età di 16 anni. Troppe pressioni sul ragazzo cresciuto con l’etichetta di fuoriclasse: Cerci ha faticato a diventare il giocatore che è oggi fin quando la società giallorossa nel 2010 decise di cedere il suo cartellino alla . Da allora ‘l’Henry di Valmontone’ è diventato il ‘Cerci di Velletri’: 47 presenze nei due anni nella viola conditi da 12 gol, ma la sua consacrazione è dovuta a mister Ventura che ne ha fatto il punto fermo del Torino. L’anno scorso era l’esterno nel 4-2-4 granata: con la sua velocità e abilità nel dribbling permetteva sempre la superiorità numerica sulla fascia e, accentrandosi, poteva liberare il sinistro (il tiro mancino è un altro marchio di fabbrica di casa Cerci). Quest’anno Ventura ha cambiato modulo e nel 3-5-2 agisce da seconda punta: Alessio è secondo nella classifica marcatori con 7 reti a meno due da Giuseppe Rossi. Ma il numero 11 oggi al Torino in cuor suo un sogno ce l’ha: “Sono un tifoso della Roma, forse un giorno tornerò. Alla Lazio? Non ci andrò mai”. E forse davvero un giorno ce la farà, magari condividendo la fascia con quel che affronterà domenica sera…

Marco Iannelli

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