Sfida nella sfida 19/04/2012 20:18

LA SFIDA NELLA SFIDA: De Rossi vs Pirlo

 

DDR –  inizia la sua carriera come bomber nelle giovanili dell’Ostia Mare prima di passare nella primavera giallorossa. Papà Alberto trasforma Daniele da attaccante grezzo a centrocampista moderno.  Capello, allora allenatore della prima squadra non si fa scappare il talento di Ostia tanto da convocarlo già nella stagione 2000-2001, quella dello scudetto. Il 30 ottobre 2001 l’esordio in contro l’Anderlecht al posto di Ivan Tomic (mai sostituzione fu più azzeccata) fino all’esordio in campionato datato 25 gennaio 2003 nella sfortunata trasferta a Como (partita persa 2-0 con reti di Music e Carbone. Tanto per completare il tabellino in panchina con i lombardi sedeva tal Fascetti).

Se è Capello a lanciarlo in A è con Spalletti che termina la sua formazione diventando uno dei centrocampisti più forti d’Europa. Nel del tecnico toscano infatti Daniele, completandosi alla perfezione con il compagno di reparto David Pizarro, diventa un elemento fondamentale davanti alla difesa. Con il tecnico di Certaldo sfiora (questione di centimetri) due volte lo scudetto, vince due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana nel 2007 a Milano contro l’Inter. Partita decisa proprio da un suo gol su rigore al 78’. Prestazione a cui va aggiunta un esultanza soft sotto il settore romanista, con tanto di vena sul collo in evidenza per la gioia dei fotografi. 

Nel 2006 la spedizione trionfale in Germania con la Nazionale di Marcello Lippi (tanto odiato dai romanisti tanto apprezzato dallo stesso ). Il centrocampista giallorosso, insieme allo stesso Pirlo, dopo l’espulsione contro gli Stati Uniti, rimediata dopo la gomitata rifilata a Mc Bride e costata quattro giornate di , segnerà anche uno dei rigori che permetteranno all’Italia di vincere e alzare la Coppa del Mondo a Berlino. Finita bruscamente l’era Spalletti nel 2009 è protagonista (con il record di 7 gol in una sola stagione) della lunga rincorsa della Roma di Ranieri - altro allenatore poco tollerato nella capitale - all’Inter di Mourinho. Un sogno svanito dolorosamente contro la Sampdoria alla 35^ giornata. Respinte le lusinghe inglesi, le offerte spagnole (e le non meglio precisate chiacchiere da bar) quest'anno ha deciso di legare per sempre il proprio nome alla maglia giallorossa rinnovando il contratto fino al 30 giugno 2017. 

Con Luis Enrique il ritorno da interno di centrocampo a centromediano difensivo vecchio stampo. Nonostante gli alti (pochi) e bassi (tanti) della squadra giallorossa ritrova un ruolo perfetto per le proprie caratteristiche tanto da ritornare a livelli ‘spallettiani’ di rendimento.

PIRLO – Da Brescia a Berlino, la carriera del centrocampista juventino, è stato un percorso netto tra scudetti, Supercoppe, Coppe dei Campioni e Mondiale. Cresciuto nel Brescia, con il quale ha esordito in Serie A il 21 maggio 1995, Pirlo nel ’98 passa all’Inter. Con i nerazzurri (complici 4 allenatori di fila tra cui Hodgson e Luciano Castellini) un amore mai nato. Dopo una prima stagione tra luci e ombre, una parentesi in prestito alla Reggina (6 gol in 28 partite ), e un ritorno a Milano poco felice nel 2001 inizia - come dicono quelli bravi - l’escalation verso il successo. 

Voltato il millennio Pirlo torna a Brescia e qui, complice Carlo Mazzone, si trasforma da mezzapunta a regista. Poche partite bastano a far intravedere un talento cristallino. Il Milan e Carlo decidono di puntare su di lui mettendo sul banco 35 miliardi di lire e affidandogli le chiavi del centrocampo rossonero allestendo così una linea ‘mediana’ stellare con Gattuso, Seedorf e Rui Costa. Una squadra a trazione offensiva che nel giro di pochi anni riesce a conquistare 2 Coppe Campioni, 2 Supercoppe Europee, 1 Coppa del Mondo per club, 2 campionati italiani, 1 coppa italia e 1 Supercoppa. Una bacheca personale impressionante che però, finito il ciclo-, non riesce a convincere Massimiliano Allegri che decide di ‘scaricare’ Pirlo in nome della tattica (e di Van Bommel e di chissà cos'altro).



Fatti i bagagli l'Andrea-nazionale decide di ‘emigrare’ all'ombra della Fiat (e del nuovo contratto) dove rigenerato dal modulo e dalla fiducia del neotrapiantato (sulla panchina della )
, è tornato protagonista del campionato italiano regalando punti, assist, gol e, soprattutto, tanta classe. 
A Torino domenica una nuova battaglia tra e Roma. Tra vecchie e nuove ruggini. Un rinnovato scontro tra opposti. 

 

Gianluca Pace