Sfida nella sfida 08/04/2011 17:28

LA SFIDA NELLA SFIDA: Pizarro vs Isla

Percorsi che si ripetono, quelli di Pizarro e Isla. Pescati in Cile dall’attenta rete di osservatori friulani, quindi catapultati da giovanissimi nel calcio italiano prima di trasferirsi alla big di turno in cambio di un lauto assegno. Quest’ultimo passo li divide ancora: il giallorosso l’ha compiuto 6 anni fa, il bianconero è tra i pezzi pregiati della bottega Pozzo. Un emporio pregiato quanto caro quello di Viale Candolini, dove è impossibile non farsi attirare dalle vetrine imbandite di giovani promettenti, salvo poi accorgersi del cartellino che non ammette sconti. Se non avete contante, girare alla larga. Anche la Roma, interessatasi al laterale con tanti buoni propositi e pochi euro in tasca, ha dovuto desistere. Così David da Valparaiso e Mauricio da Santiago, sabato saranno ancora avversari nella sfida del Friuli.

Valparaiso-Santiago del Cile, 100 e oltre km di distanza dal principale porto della nazione e dalla sua capitale, dal luogo di nascita di David e quello di Mauricio. Per le vie del Cile appena pochi calci al pallone, perché a 20 e 19 anni sono già sotto contratto con l’Udinese. Qualche mese di apprendistato e poi s’insediano in pianta stabile nell’11 di Hodgson per il più esperto dei due e di Marino per il più giovane. E’ qui che vengono modellati dal senso tattico italiano: ‘El pequeno’, come fu ribattezzato per la sua statura minuta, arriva da aspirante trequartista. Sarà il 63enne tecnico inglese ad arretrarlo di 20 metri consegnando alla serie A uno dei migliori registi del campionato. L’altro, ‘El huaso’ equivalente all’americano ‘cowboy’, è un centrocampista di sostanza. Marino lo allargherà, facendone uno dei laterali destri più interessanti.

MAURICIO ISLA ISLA - Giocatore alla seconda non solo di nome, ma anche di fatto: origini da mediano di sostanza per poi, vista la folta schiera di concorrenti nel ruolo ed in virtù di una facilità di corsa fuori dal comune, svoltare sulla corsia destra. Diviene un esterno di ‘gamba’ a tutti gli effetti, in grado di garantire la spinta offensiva e la necessaria copertura nel 3-5-2 disegnato da Guidolin. Classe 88’, fisico esplosivo con i suoi 73 kg distribuiti lungo 176 centimetri, Mauricio Anibal da Santiago sboccia nei mondiali under 20 del 2007. Su di lui piomba l’Udinese: i dirigenti bianconeri gli fanno attraversare l’oceano parcheggiandolo inizialmente al Locarno, in Svizzera, prima di accoglierlo in casa sul finire della stagione. Nel settembre dello stesso anno, appena 19enne, è già in rampa di lancio con la prima squadra. Per il debutto dovrà aspettare fino al 17 febbraio del 2008, quando subentra a D’Agostino negli ultimi 5 minuti di Reggina-Udinese.

La svolta a destra si consuma tre giornate più tardi, quando aumenta anche il minutaggio. Un quarto d’ora, sempre nel finale, al posto di Di Natale per garantire maggior copertura nel 3-4-3 mariniano. In quella giornata i friulano misero in tasca la salvezza matematica toccando quota 40 punti. Era il momento di far sfilare le novità. Isla raccoglie 6 presenze di fila, concludendo la stagione con 13 presenze tra campionato e coppa Italia. Bastarono per riproporsi da titolare nella stagione successiva: 33 gettoni nel 2008-09, altrettanti l’anno seguente che segna l’esplosione del cileno. Continuità e anche il primo gol in A (con un a giro contro la Samp) gli valgono la chiamata della ‘roja’ per il mondiale in Sud Africa. Inevitabile che l’attenzione intorno a quel motorino 22enne lieviti. I Pozzo non si fanno intenerire: servono 10 milioni di euro per assicurarselo. Poco importa se la richiesta produce l’effetto di far dileguare gli interessati.

Isla ricomincia la stagione da punto di forza dell’Udinese affidata a Guidolin. Salta le prime due giornate per un’espulsione con annessa filastrocca di insulti recitata all’arbitro Guida nella giornata conclusiva del 2010. Il resto è storia recente con l’inizio da incubo dei bianconeri e la straordinaria cavalcata fino al quarto posto di oggi, a cui il 22enne ha preso parte disputando 2291 minuti sui 2790 disponibili, un altro gol in campionato nella vittoria esterna sul Bari, e ancora in coppa Italia nuovamente contro la Sampdoria.

DAVID PIZARRO – Per esteso David Marcelo Cortés Pizarro, detto ‘el pequeno’. Attenzione, solo per la statura. Tutt’altra storia se si guarda alle qualità tecniche e alla personalità del centrocampista del ’79 giunto in Friuli sul finire del millennio dal Santiago Wanderers. Fu Hodgson ad indietreggiare il suo raggio d’azione di qualche metro, ma è con Spalletti che il ‘Pek’ si guadagna la chiamata dell’Inter nel 2005. Arriva dopo aver conquistato la con l’Udinese e nonostante la chiamata del maestro Spalletti, arriverà a Roma solo un anno dopo per ricongiungersi col tecnico toscano. Dicevamo, piccolo ma solo di statura, che può essere un limite nell’allora squadra di Mancini che sceglieva la fisicità alla proprietà tecnica. Nello spogliatoio dei nerazzurri è come se ci fosse un cartello simile a quello presente nei luna park: se sei alto così, non puoi entrare. Avrebbe dovuto aspettare prima di prendersi la mediana nerazzurra. Non ha tempo Pizarro che si era presentato così: “Io, il futuro? No, il presente”, tanto per far capire la personalità che alberga in quei 170 centimetri.

Ecco la Roma di Spalletti, dove approda l’anno seguente diventandone un punto fermo. Anche qui, le cose furono ben chiare subito. Prima giornata, Roma-Livorno, Pizarro è titolare ma viene richiamato in panchina dopo 10 minuti dall’inizio del secondo tempo. Abbracci, pacche sulle spalle o un più tradizionale ‘cinque’ al tecnico che lo volle fortissimamente in giallorosso? Macchè, il cileno aggira i cartelloni pubblicitari e si dirige negli spogliatoi in solitaria. Carattere poco flessibile, ma col pallone fra i piedi non teme confronti. Sull’asse Pizarro- verrà costruita la Roma delle 11 vittorie, delle idee opposte agli investimenti dell’Inter. 2 coppe Italia che si aggiungono a quella vinta nell’anno nerazzurro, una supercoppa italiana che fa il paio con quella alzata sempre agli ordini di Mancini, questo il bottino del 31enne con la maglia della Roma. In più, due scudetti (Catania 2008 e Verona 2010) di cui ha potuto sentire solo il profumo prima che venissero azzannati dall’Inter. Quei compagni che aveva lasciato dopo appena dodici mesi per la necessità di sentirsi protagonista. Esigenza che se negata produce effetti negativi: basti pensare a cosa accadde tra dicembre e febbraio scorso.

Ai margini ufficialmente per un’influenza e un’ancestrale condrite al ginocchio, solo un velo trasparente per coprire, non senza imbarazzi, le mutate convinzioni tattiche di Ranieri, ideatore e probabilmente unico proselito dell’impossibilità di convivenza per la coppia -Pizarro. Il tandem che aveva fatto la fortuna della squadra giallorossa per anni, ora non aveva più modo d’esistere. Parte per il Cile, inizialmente per trascorrere le vacanze natalizie, infine per stare lontano da Trigoria dove calava progressivamente la sua considerazione. Quel ginocchio mostrato solo tramite alcune foto del cellulare, il rientro a Roma ma da indisponibile.

Poi, la liberazione: 20 febbraio 2011. Dichiaratosi ancora indisponibile, ‘ammira’ la sua squadra farsi rimontare da 3-0 a 3-4 contro il . Negli spogliatoi l’annuncio di Ranieri di dimettersi funge da filtro magico anche per il ginocchio del ‘Pek’ che rientra tra i titolari nel debutto di Montella a . 7 partite, sempre presente, per confermare ancora una volta quanto sia difficile fare a meno di Pizarro, più o meno quanto fargli cambiare idea fuori. Ne sanno qualcosa anche in patria, dove non passa che non provi a riconsegnargli le chiavi del centrocampo cileno riconsegnate nel 2005, salvo scontrarsi con l’intransigenza del ‘Pek’. Solo di statura, appunto.

Il palleggio, le geometrie, i ‘tempi’ del romanista, contro le galoppate, i chilometri dell’udinese tornano ad opporsi per la seconda volta, dopo il precedente di due stagioni fa quando vinsero i friulani per 3-1. Pizarro e Isla, i due cileni geneticamente modificati all’italiana: il Sudamerica prodotto a Udine che sabato si scontra per un posto in Europa.

 

                          STATISTICHE A CONFRONTO



                                       Pizarro             Isla

Data di nascita:       11-9-1979       12-6-1988

Altezza:                        170 cm            176 cm     

Peso:                             65 kg                73 kg

Nazionalità:                  Cilena              Cilena

Presenze in A:               284                    98

Gol in A:                           24                        2

 

Mirko Bussi