Ritiro Roma 12/07/2009 11:06

Julio Sergio: "Aspetto di poter giocare con la Roma"

“Ho iniziato nella prima squadra del Botafogo a 15 anni, io e Doni abbiamo giocato insieme lì. Lui è rimasto, io ho girato il Brasile. Sono arrivato al Santos, abbiamo vinto due scudetti, fatto una finale di Libertadores con il Boca alla Bomboniera, una cosa molto importante. Poi sono andato alla Juventine dove ho avuto una lesione al che mi ha tenuto quattro mesi fermo. Poi sono arrivato alla Roma”.

Quali difficoltà in Italia?

“Noi siamo abituati ad un gioco lento, gli argentini sono più tattici, più cattivi. Abbiamo perso sia l’andata che il ritorno. Ma serve ad imparare per arrivare qui”.

Cosa ti piace di Roma?

“Qui mi trovo bene, mi piacciono à e come si vive, anche se non ho giocato praticamente mai. Ma la squadra è fatta anche da chi rimane fuori e dà il proprio supporto. Finché ho voglia la società vuole che rimanga”.


Come vivi i complimenti di Spalletti?

“Fanno piacere, ma io voglio crescere. Per me è buono essere il miglior terzo del mondo. Però voglio essere anche il secondo migliore del mondo e poi diventare tra i primi cinque-sei d’Italia. Speriamo di vedere quando arriverà la mia occasione. Io lavoro sempre per giocare la prossima partita. Quando sono arrivato c’erano Doni e Curci. Ora c’è Artur. Finché mi trovo bene e ho soddisfazione a stare qui mi fa piacere”.

È più facile sapendo che i tuoi colleghi sono brasiliani?

“Anche se non fossero stati brasiliani la Roma deve avere tre portieri dello stesso livello. Dobbiamo lavorare e chi si trova meglio gioca”.

Hai mai pensato di andare altrove per giocare di più?

“Sì, ma ho la mia famiglia qui, c’è la Roma che ha fatto molto per me. Per ora sono tranquillo. Se succede qualcosa posso andare. Ma fino ad ora sono tranquillo”.

Hai una grande reattività. Questa la tua migliore caratteristica?

“In Italia ci si allena sempre a mille, in Brasile siamo più tranquilli. In partita si vede cosa si può fare. Io non sono altissimo, devo essere molto veloce, per fare cose che fanno più facilmente quelli alti che hanno muscolatura più lunga. Mi piace giocare con le mani, fare rinvii lunghi. Aspetto che mi vedano, in questi mesi”.

Giochi mai a tennis con Pizarro?

“Ho giocato contro David, ma ho fatto brutta figura…Lui si allenava con Gonzales, per questo è bravo”.

Lo scorso anno è andata male. C’è voglia di riscatto?

“È vero, dovevamo fare meglio. Però vedo più entusiasmo già da quando siamo arrivati. La qualità c’è sempre stata, dobbiamo fare di più e arrivare in . Lo scudetto è una sarà lunga. Parleremo tra un po’”.


Una volta si diceva che i portieri brasiliani non fossero bravi. Ora siete in tanti in Europa

"In quell’epoca il Brasile ha cominciato a lavorare sui portieri. Noi facciamo un lavoro diverso rispetto all’Italia, ma ognuno ha le sue abitudini. In Italia c’è stato già uno bravissimo come Taffarel. Da lui in poi siamo cresciuti molto”.

Doni a parte tutti i portieri brasiliani in Italia hanno sofferto all’inizio

“Appena arrivato Julio Cesar è stato fermo sei mesi all’Inter. Ora è il numero uno al mondo. Doni da subito ha fato vedere le sue qualità. Noi che giochiamo meno dobbiamo fare vedere le nostre qualità”.

Artur e Doni si somigliano molto, sia che in campo che fuori

“Sì, sono simili come persona. Anche loro avevano giocato insieme. Vogliamo le stesse cose ma facciamo cose diverse”.

Ti aspettavi che Doni arrivasse a questi livelli?

“Sì, lui ha sempre fatto una carriera ascendente. Ha iniziato che io ero in prima squadra, lui era in Primavera ma sapevamo che aveva un futuro. Ala Roma ha fatto bene, come la squadra. Ha lavorato molto per essere anche il della nazionale”.


Come ti trovi con Spalletti e Bonaiuti?

“Spalletti è un perfezionista, vuole che proviamo tutto con ripetitività. Vuole le stesse cose in campo e in allenamento. Bonaiuti fa un lavoro tecnico che mi piace. C’è rispetto e professionalità. Quello che serve per lavorare”.

Con chi ti trovi meglio dei compagni?

“Io avevo un bel rapporto con Felipe che era sempre a casa mia, come Taddei, che sono più vicini a me. Gli altri sono più lontani. Io non amo il mare, qui in montagna mi trovo bene. Ora che mio figlio è nato devo imparare ad andare al mare. Ho un figlio di tre mesi, appena posso vado da lui in camera”.

Che differenza c’è tra il ritiro a Trigoria e qui?

“A Trigoria stiamo tutto l’anno, sappiamo tutto come funziona. Qui ci sono cose diverse, per la testa è meglio. Lì sei a dieci chilometri da casa e non puoi andarci. Qui vuoi solo fare bene questa fase importante”.

Cosa fai nel tempo libero?

“A me piace andare su Internet. In Brasile mi piace costruire mobili, case, vedere l’azienda di mio padre. Noi il pomeriggio abbiamo tempo. Ora che ho un figlio il mio tempo è per lui”.

Forse tra voi chi si è inserito meno è Cicinho. Che ne pensi?

“Per me è un fuoriclasse, ha piedi strabilianti, ha vinto tutto a San Paolo. Per me può fare di più, ha lavorato molto in Brasile e mi aspetto che mostri quello che sa fare”.

Chi di voi è il più brasiliano?

“Il brasiliano più brasiliano è Taddei. Ha un cuore grande grande e una famiglia bellissima. Mi ha aiutato molto”.

Sei stato in vacanza con alcuni tuoi compagni

“No, dato che abitiamo vicino ci siamo visti tante volte, con Cicinho. Da quando mi sono sposato però ho cambiato”.

Il tuo sogno?

“Aspetto di poter giocare con la Roma, voglio crescere come uomo e avere un po’ più di continuità”.

Il Brasile è il favorito per i prossimi mondiali?

“Difficile, ci sono Spagna e Italia. Però ora il Brasile ha una squadra per 10-15 anni. Anche se non vincono loro sono per il futuro la prima squadra”.

Cosa pensi di ?

“Lui è un fuoriclasse, ma un bravo ragazzo, sempre. Quello che rappresenta riesce ad essere la stessa persona. Anche dopo l’intervento fa cose che un calciatore normale non fa. Aspettiamo che faccia ciò che sa in campionato e in Europa”.

Ogni tanto in allenamento prova a farvi il cucchiaio

“Sì, se trova la porta dobbiamo inventarci di tutto per pararlo. Meglio che lo faccia in allenamento che in partita”.