Post Match 11/11/2025 13:08

Post Match - Gasperini al tempo della Roma

pmromaudi

LR24.IT (MIRKO BUSSI) - Alcuni dei migliori cocktail hanno la dicitura "sbagliato" che non ne comprometterà comunque il successo. La ricetta resta basata sull'originale ma la mancanza o la sostituzione di un ingrediente ne offre una sfumatura differente. È circa quello che sta facendo Gasperini alla Roma. Senza avere sul balcone i gusti preferiti in materia offensiva, il gusto della sua squadra oggi risulta meno affilato, meno esplosivo rispetto a quello che veniva versato ormai in tutti i bar di Bergamo.

Ha bisogno, invece, di tempi più dilatati per far emergere il suo desiderio. Come succede nel gol del 2-0 di domenica contro l'Udinese, arrivato al culmine di 22 passaggi consecutivi, iniziati da Svilar nella propria area e conclusi da Celik in quella altrui. Dentro si riconosce, nitido, il tocco dell'allenatore, seppur sfumato con gli ingredienti ora a disposizione.

Al principio, si vede Svilar scattare al limite dell'area con il pallone in mano e l'intenzione di avviare una ripartenza. Ma ha più giocatori alle spalle che davanti e nessuno, tra Pellegrini, Soulé o Baldanzi, ha nel navigatore la direzione della porta come destinazione preferita, in particolare su distanze lunghe. Questione di ingredienti, appunto.

Nel miscelare l'azione, allora, ecco i tratti tipici delle preparazioni di Gasperini: a sinistra prima e a destra poi, si compongono quei quadrilateri di progressione che vedono coinvolti terzo di difesa, quinto laterale, mediano e trequarti di parte, pronti ad avanzare in catena. Quando Soulé pare accennare all'uno contro uno tenendo in mano la riga laterale come preferisce, nessun romanista ha l'istinto di attaccare l'area di rigore, totalmente presidiata da difensori dell'Udinese. Anzi, è Mancini, utilizzato ultimamente da terzo e non più da centrale proprio per questa tendenza, il più minaccioso come si vede sotto. È un ulteriore aspetto ritardante sullo sviluppo, che va a riannodarsi nuovamente spostandosi sul lato opposto.

Sul nuovo cambio di lato, tratto tipico delle fasi di possesso di Gasperini, spicca come all'interno del blocco difensivo dell'Udinese, ora ricomposta interamente nella propria metà campo, non vi sia posizionato alcun giocatore della Roma. Tutti sono disposti in ampiezza o quasi, proprio a sottolineare le strutture che le squadre di Gasperini ricercano per gli sviluppi offensivi. Questa scelta, in alcuni casi, complica il superamento di blocchi difensivi medio-bassi e che sono in grado di scivolare rapidamente sul lato forte, complicando le combinazioni sulle catene laterali ricercate dall'allenatore della Roma.

Sarà Koné, dopo triangolazione interna con Pellegrini, a riuscire a sbucare all'interno della struttura difensiva dell'Udinese, dando di conseguenza pericolosità allo sviluppo offensivo della Roma.

Da qui, ora, la Roma può trovare l'area di rigore, rigorosamente da un accesso laterale come da preferenza di Gasperini. Sul pallone a Celik, ecco la sovrapposizione interna di Mancini, il terzo invasore, in un altro connotato tipico degli sviluppi offensivi dell'allenatore. Triangolazione (di nuovo...) chiusa e finalizzazione del laterale turco. A quel punto, l'area avversaria era stata inondata da 7 giocatori della Roma. Oltre ai due protagonisti, ci sono i tre giocatori più offensivi, il quinto opposto (Wesley), più Koné. Tutto come da ricetta originale. Ma con 22 passaggi di mezzo, una lavorazione decisamente più lunga rispetto al moto vorticoso che Gasperini era solito accentuare nelle sue squadre. Ma questa è la Roma "sbagliata", che comunque funziona.