Post Match 27/08/2024 18:28
Post Match - Ordem e Progresso
LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - Una distorsione cognitiva ha portato a credere che Roma-Empoli potesse, quasi dovesse, essere tutt'altra storia rispetto a Empoli-Roma, giocata 91 giorni prima, che chiuse acidamente il campionato romanista. Succede quando pensieri, o desideri, finiscono per essere così invadenti da cambiare la realtà o almeno la percezione che se ne ha. Perché da un anno all'altro la Roma ha una scocca diversa, data da Soulé e Dovbyk, ma motorizzazione e sistemi di frenata appartengono alla Serie A passata.
"Loro hanno giocatori di qualità e che vanno a 200 all'ora, mi piace come è costruito il Bayer: ha una fisicità che è quasi imprescindibile per me", aveva confessato De Rossi dopo aver avuto a che fare con la squadra di Xabi Alonso in Europa League. Quel giorno c'era Karsdorp, ora relegato ad altri orari e spazi rispetto alla squadra, lo svincolato Spinazzola e Lukaku, che oggi si legge Dovbyk, oltre ad El Shaarawy e Smalling, domenica in panchina. Nel mezzo, Cristante, Paredes e Pellegrini. Quella sera come domenica.
Una squadra, dunque, che ancora non pare potersi permettere di impennare i toni della discussione, di sgommare rapidamente da una parte all'altra o di risolvere contese del pallone con la voce grossa. Una squadra che, ancora, ha un punto d'equilibrio particolarmente complesso, che può reggersi quasi esclusivamente sulla propria efficienza tecnica, mantenendo il campo sempre ridotto, muovendosi con un occhio al contapassi e, per questo, obbligata ad una fase difensiva dai connotati più collettivi che rivolti all'uno contro uno, come invece sempre più spesso si vede in giro. Eppure, dopo le prime due curve della Serie A, solo Como e Genoa hanno corso più della Roma. Come se la Roma si fosse immaginata, o sognata, diversa da come in realtà ancora sia, con una serie di interpretazioni in campo che hanno allontanato i giocatori dalla loro natura. "L'amore come principio, l'ordine come base: il progresso è lo scopo", come nella teoria, sintetizzata, di Auguste Comte.
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"Ordem e progresso"
Uno dei temi ricorrenti sulla Roma è la bassa cilindrata generale che non facilita i momenti in campo aperto. Eppure ha giocato come se fosse stata trasformata.
"L'amore come principio, l'ordine come base: il progresso è lo scopo".— Mirko Bussi (@MirkoBussi) August 27, 2024
Invece, fin dai primi minuti, è stato evidente come l'Empoli riuscisse a costringere la Roma a correre all'indietro. Con i giallorossi che non riuscivano ad impermeabilizzare il primo blocco di pressione, come nell'esempio sotto dove un passaggio fa saltare le prime due linee romaniste, con la manovra di Fazzini che scioglie il laccio della marcatura di Mancini e obbliga il resto del pacchetto, composto da Ndicka, Paredes ed Angelino, a scappare all'indietro per proteggere la porta.
Un argomento che tornerà anche nella trama dello 0-1, nonostante in quel caso il blocco della Roma fosse decisamente più in basso.
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Già dopo 9' è evidente la facilità dell'Empoli nello scassinare il blocco romanista. Un passaggio fa saltare due linee di pressione, la manovra di Fazzini scardina la marcatura di Mancini e costringe a scappare verso la porta in un 3v4 ad alto rischio. pic.twitter.com/1PvpMa1jQa— Mirko Bussi (@MirkoBussi) August 27, 2024
Alzando i voltaggi e l'ambizione delle pressioni, le disfunzioni finivano per dilatare ulteriormente il campo: nell'episodio segnalato, l'utilizzo dei quinti e il cambio di gioco sbrindellano la struttura romanista. La flebile sincronia delle scelte difensive, con Celik che esce comunque sul quinto di riferimento mentre il resto della linea retrocede sedendosi più in basso, ha l'effetto di allargare ulteriormente le distanze e far pesare le difficoltà di passo, in questo caso evidenziate brutalmente nella scivolata a vuoto di Paredes, finito a seguire il movimento in ampiezza di Colombo.
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Una bassa sincronia nelle pressioni più offensive finiva per dilatare le distanze, aumentando di conseguenza i metri da dover percorrere: sul cambio gioco, l'uscita alta di Celik sul 5° non è assecondata dal resto della linea che va a sedersi in basso. pic.twitter.com/cRhXv3CmpE— Mirko Bussi (@MirkoBussi) August 27, 2024
Il terreno più difficoltoso, proprio per quelle carenze organiche ormai assurte a luogo comune, è inevitabilmente nelle transizioni, per definizione i momenti di maggior disordine nel calcio. E alcune di queste, proprio come era successo in quell'Empoli-Roma di tre mesi fa, hanno offerto scenari di parità numerica in cui i romanisti superstiti tentavano disperatamente di scappare a protezione del fortino.
Come qui sotto, dove dal tiro ribattuto di Dybala, si smaschera una disposizione nelle marcature preventive piuttosto lenta, con Paredes che molla il riferimento per scappare a protezione della porta e obbligare, dunque, lui e il resto dell'equipaggio d'emergenza a 60 metri di scappata all'indietro per ripararsi dal 3v3 incombente. Corse logoranti, ancor di più se sistematiche, almeno finché quella "fisicità imprescindibile" non sarà vestita anche di giallorosso.
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La gestione delle transizioni negative è l'altro tema che ha spalancato il campo più volte.
Qui, sul tiro ribattuto a Dybala, Paredes allenta la marcatura preventiva permettendo all'Empoli di rovesciare il campo e mettere in scena un altro 3v3 lungo. pic.twitter.com/GtXYPYInkN— Mirko Bussi (@MirkoBussi) August 27, 2024