Post Match 12/12/2023 13:59
Post Match - Quanto costa il biglietto del bus quest'anno?
LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - Alcuni dei migliori viaggi della storia di Mourinho, da un certo punto in poi, sono stati in bus. E anche a Roma, prima di costringere a noleggiarne uno scoperto come ormai non avveniva da tanti, troppi anni, lo aveva parcheggiato più volte a protezione della propria porta e dei più profondi sogni europei.
Quel senso di tribù che l'allenatore sa soffiare nelle casse toraciche delle proprie squadre meglio non potrebbe esplicarsi che in una estenuante, sanguinaria difesa della porta che, ad ogni pallone ricacciato fuori, faccia aumentare il sentimento comune della missione. Aspetti metacalcistici che, prima e più di tutti, Mourinho ha portato in scena sui campi d'Europa. E che quest'anno si sono visti più raramente, magari per una visione rinnovata o, anche, per una composizione della rosa diversa dai canoni tipici dell'allenatore portoghese.
Lunghi tratti di Roma-Fiorentina, un po' per risposta alla bulimia di possesso dei viola e poi ancor di più per l'inferiorità numerica dell'ultima mezz'ora, sono stati però vissuti all'interno del rispolverato blocco basso.
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Una scelta che però non ha protetto a sufficienza: 32 tocchi nell'area concessi alla Fiorentina (dato inferiore solo a quello contro l'#Inter, 40).
Un numero importante considerando che la Roma è la squadra, in Serie A, che ne concede meno di tutte.— Mirko Bussi (@MirkoBussi) December 12, 2023
Ma gli effetti sortiti non sono stati quelli dei giorni migliori, se non nella resa finale del punto trattenuto tra le mani dopo aver dovuto affrontare le ultime forche finali con due giocatori in meno. Quel baricentro ristretto fino a 39,22 metri di media nel secondo tempo, il più basso dopo quello messo in scena a San Siro contro l'Inter nei primi 45', non ha vietato alla Fiorentina la possibilità di accedere all'area di rigore romanista, dove Bonaventura e soci hanno potuto contare 32 tocchi (anche qui secondo dato stagionale, di più ne erano stati concessi solo all'Inter). Un numero rilevante contando che la Roma, in Serie A, è la squadra che ne consente di meno agli avversari. Con la conseguenza di dover ricorrere spesso a Rui Patricio, seppur senza lavori straordinari, e in un caso anche alla traversa.
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I riferimenti a uomo, nelle pressioni, tendono poi a scomporre il blocco romanista: come qui dove l'uscita di Kristensen su Biraghi, con Mancini che segue Kouame, apre una situazione di crisi acuita dalla scarsa percezione difensiva di Zalewski. pic.twitter.com/sCmy0lJ30N— Mirko Bussi (@MirkoBussi) December 12, 2023
Saltando i paragrafi dei giudizi sul bello o brutto, che appartengono alla sfera dei gusti personali, emerge come l'efficacia della Roma in blocco basso appaia ridotta rispetto al passato. Come spiega anche il gol subito, scaturito dagli effetti della punizione che è costata a Zalewski il secondo cartellino giallo. Qui, nonostante la chiara superiorità in area di rigore (5 contro 3), si nota una scarsa comunicazione nelle consegne sulle marcature che poi rivela l'altro aspetto determinante: un impatto fisico diminuito che rende la squadra giallorossa meno dominante nei duelli difensivi. Quarta, infatti, può scivolare libero dietro Paredes e andarsi a collocare tra Mancini e Llorente, con la possibilità di colpire verso Rui Patricio. Dove un tempo c'era Smalling, oggi vive Llorente. Dove dimorava Matic, adesso c'è l'ufficio di Paredes. La voracità di Ibanez in marcatura ha lasciato spazio ai modi più composti di Ndicka.
Ma indizi ne erano arrivati anche domenica quando la gara era ancora in parità numerica. Come al 17' quando contenendo gli sviluppi di una ripartenza, la Roma si ricompone a ridosso della propria area di rigore. Qui vengono a galla alcune incongruenze collettive dei giallorossi che seppur disposti a protezione della propria porta, continuano a mantenere consegne individuali nelle pressioni. E infatti le uscite di Kristensen su Biraghi, come da piano gara, e Mancini che segue Kouame apertosi proprio alle spalle del danese, con Llorente attirato da Bonaventura nonostante la presenza di Paredes, riducono al minimo quell'abbondante superiorità ricostruita in area di rigore. Il resto lo fa la scarsa percezione difensiva di Zalewski che s'accorge della pericolosità di Nzola quando questi è ormai sull'uscio di Rui Patricio.
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Sullo stesso sviluppo, si ripete la scena sul lato opposto, con Bonaventura che raccoglie in area nella zona scoperta dall'uscita di Kristensen.
Poi viene ancora fatta pagare la presenza di un giocatore con basse competenze difensive (El Shaarawy). pic.twitter.com/6UnswmAzFs— Mirko Bussi (@MirkoBussi) December 12, 2023
Provocare le uscite dei quinti, che spesso e volentieri la Roma sgancia sui giocatori in ampiezza avversari, per andarsi a smarcare proprio lì dietro, è stato uno dei temi ricorrenti della Fiorentina domenica sera. Lo si vede, prima da una parte e poi dall'altra, al 73' quando Kayode cerca le spalle di El Shaarawy e poi, sul cambio di lato, Bonaventura fa lo stesso sull'uscita di Kristensen su Biraghi.
Lo sviluppo porterà il pallone proprio tra i piedi del 5 viola che dall'interno dell'area di rigore andrà nuovamente a far pagare la presenza di un quinto, stavolta El Shaarawy dopo l'espulsione di Zalewski, con ridotte competenze difensive. Questa serie di elementi, ad oggi, sembra rendere particolarmente costoso il biglietto del bus per la Roma che, forse non a caso, ha subito il 100% dei gol proprio dall'interno della propria area di rigore. Perché, senza l'adeguata armatura, la trincea può rendersi alienante e insopportabile.