Pagelle 19/01/2009 15:20

Le pagelle di Torino-Roma

ARTUR 6,5: Il vice Doni, accolto con grande scetticismo in estate, sta trovando la tranquillità giusta per offrire le garanzie necessarie alla difesa. Anche oggi poco impegnato ma sempre pronto, soprattutto sull'insidioso sinistro di Saumel nel primo tempo e bene nelle uscite alte.

CICINHO 5,5: Parte discretamente e, nel primo tempo, si propone in proiezione offensiva con una certa costanza, creando più di un grattacapo alla difesa ospite. Poi, nella ripresa, schianta accusando un calo fisico che lo porta ai margini della manovra per quasi tutta la frazione di gioco. Spalletti lo rimprovera furiosamente in occasione della mancata diagonale difensiva su Diana, fortunatamente fermato per offside, che era già scappato via al brasiliano.

RIISE 5,5: Vale più o meno lo stesso discorso fatto per Cicinho. Il norvegese, nel primo tempo, gode di una autentica prateria di fronte a sé ma viene raramente servito dai compagni in profondità. Nel secondo tempo vivacchia senza mai spingere, col Torino che attacca quasi esclusivamente dall'altro lato del campo.

JUAN 6,5: Nuova prestazione di livello della coppia centrale che, anche stavolta, non concede reti agli avversari limitando al minimo le occasioni da gol per il Torino. Per il nazionale carioca non ci sono problemi ad imbrigliare uno spento Amoruso, qualche grattacapo in più lo crea Rosina ma il Torino non si rende mai realmente pericoloso dalle parti di Artur.

MEXES 6,5: Anche il francese fornisce una prova all'altezza della situazione ingaggiando duelli tutti di fisico con Stellone dai quali esce quasi sempre vincitore. Nel finale si propone raramente in avanti per cercare di sbloccare il risultato di testa da palla ferma.

TADDEI 4,5: L'avvio lascia ben sperare, poi l'ex senese si spegne inesorabilmente fino a sparire letteralmente dal campo. Spalletti si vede quasi costretto a sostituirlo, dopo un quarto d'ora di una ripresa trascorsa a pascolare sul terreno ghiacciato dell'Olimpico. Dal 61'AQUILANI 5,5: Con la Roma in palese difficoltà nel costruire gioco e arrivare al tiro, Spalletti lo manda in campo per tentare di sbloccare il risultato con le conclusioni da fuori area e per giocare maggiormente palla a terra. Non avvengono né l'una e né l'altra cosa.

5,5: Troppo lento, fatica molto a trovare tempi e ritmi giusti e a velocizzare una manovra giallorossa già pachidermica per conto suo. Soffre, soprattutto nella seconda frazione, il pressing del centrocampo tutto muscolare dei granata anche perché le giornate no di Pizarro e Taddei costringono lui e Brighi alla costante inferiorità numerica.

BRIGHI 6: Ci mette voglia e corsa pur senza incantare troppo. Di fatto è costretto a correre per due per tamponare i buchi lasciati da Menez e per aiutare in fase di pressing. Cala nel finale, pagando la serie di partite consecutive senza ricambi, e viene sostituito a dieci dal termine. Dall'80'CASSETTI S.V.: Entra quando ormai lo zero a zero sembra scritto e la Roma non pare avere più molte idee da mettere sul banco.

MENEZ 5,5: Svogliato e troppo spesso ai margini della manovra, ha un sussulto nella ripresa quando si esibisce in una bella progressione sulla fascia per servire Baptista al centro. Prima e dopo la partita del francese, evidentemente ancora alle prese con i guai fisici che l'hanno tenuto fuori mercoledì sera, non è di quelle che si tramandano ai posteri.

PIZARRO 5: Con il cileno trequartista, posizione che non ricopre dai primissimi anni ad Udine, la Roma gioca con un uomo in meno. Sfavorito dall'assenza di un vero punto di riferimento offensivo, naviga tra la trequarti e il centrocampo alla ricerca di una posizione che non trova mai, senza mai dare velocità e continuità all'azione offensiva giallorossa.

BAPTISTA 7: Il peggiore in campo per 91 minuti, sbaglia i tacchetti, manca il controllo in area favorendo l'uscita di Calderoni, sciupa un assist di Menez concludendo in curva e tende fin troppo ad arretrare ed allargarsi. Però, a tempo scaduto, regala una perla di valore assoluto con quella rovesciata che vale il terzo gol in due partite e tre punti tanto decisivi quanto fortunosi.