L'avversario 10/12/2013 17:09
Il Milan di Allegri
ALLEGRI MA NON TROPPO - Al timone del Milan c'è, per la quarta stagione consecutiva, Massimiliano Allegri. Arrivato da Cagliari nel 2010, l'ex centrocampista di Perugia e Pescara ha stupito tutti, riportando il Milan sul tetto della Serie A dopo 7 anni. Terzo allenatore più giovane a vincere il nostro campionato (dopo Mancini e Conte), Allegri ha raggiunto il secondo posto nella stagione 2011/12 e il terzo nel 2012/13. Al termine della scorsa stagione sembrava imminente un suo addio: la Roma aveva individuato in lui, dopo il passaggio di Mazzarri all'Inter, l'allenatore ideale per ripartire dal bienno di delusioni a stelle e strisce. Trattenuto dalla volontà di Silvio Berlusconi, Allegri ha voltato le spalle alle avanches sabatiniane e ha tirato dritto.
ROSA SFIORITA - (Unico?) fiore all'occhiello della campagna acquisti dell'Ad Galliani è stato Ricardo Kaka. "Finalmente a casa", le prime parole del fantasista brasiliano in Italia dopo anni bui al Real Madrid. I dubbi sulle sue condizioni sono stati parzialmente spazzati via da un buon inizio di stagione. Ha deluso, finora, un altro figliol prodigo: solo un gol in 12 partite per Alessandro Matri, arrivato a fine agosto dalla Juventus. Il carico realizzativo è praticamente tutto sulle spalle di Mario Balotelli (6 gol in 10 partite), non avendo potuto contare sull'apporto di Stephan El Shaarawy, tornato a disposizione a novembre dopo dei guai fisici. Con Pazzini ai box da diversi mesi, resta da decifrare Valter Birsa: arrivato in estate dal Torino, viene spesso utilizzato da Allegri come collante tra attacco e centrocampo: è a quota 2 reti ma raramente ha fornito prestazioni esaltanti. Il nuovo capitano rossonero, dopo la partenza di Ambrosini direzione Firenze, è Riccardo Montolivo, sempre più indispensabile nelle tattiche di Allegri. Ma la vera criticità del Milan è in difesa, dove nè Mexes nè Zapata garantiscono la sicurezza diventata marchio di fabbrica negli anni di Baresi, Maldini e Nesta.
IN ITALIA E IN EUROPA - Con 18 punti in 15 partite il Milan è più vicino al fondo della classifica che alla testa. Un ruolino di marcia non esaltante (4 vittorie, 5 pareggi e 6 sconfitte) fa mugugnare l'ambiente e mette nuovamente in discussione Allegri. L'inizio di stagione aveva fatto ben sperare con la vittoria nei preliminari di Champions League ai danni del Psv. L'antifona però è presto chiara, con la sconfitta al Bentegodi di Verona targata Toni. Ma attenzione: anche lo scorso anno l'avvio di stagione non era stato esaltante, eppure la squadra di Allegri riuscì in extremis a conquistare il terzo posto. Vuoi per esperienza, vuoi per il timore reverenziale che incutono agli avversari, in Europa i rossoneri non hanno deluso neanche quest'anno. Qualificati come secondo nel girone di Barcellona, Ajax e Celtic, hanno staccato il biglietto per gli ottavi di finale ai danni degli sbarazzini olandesi.
GLI EX - Alcuni incroci (pericolosi e non) segneranno Roma-Milan di lunedì sera con un filo di nostalgia. In primis, per ordine di ruoli, c'è Marco Amelia, campione d'Italia 2000/01 con la Roma ma che con i giallorossi non ha mai giocato partite ufficiali. Philippe Mexes ha lasciato nella capitale un ricordo sicuramente più nitido. "Rugantino", come era soprannominato da parte del tifo giallorosso, ha disputato 7 stagioni a Trigoria salvo poi trasferirsi al Milan a parametro zero nel luglio 2011. In una sfida con la Juventus del febbraio 2012 il difensore francese colpì con un pugno Marco Borriello, suo ex compagno di squadra con Ranieri in panchina. Proprio l'attaccante di San Giovanni a Teduccio ha indossato la maglia del MIlan per quattro stagioni: nell'agosto del 2010, complice l'arrivo di Ibrahimovic, venne ceduto all'ultima Roma targata Sensi.