L'avversario 21/01/2011 16:21

Il Cagliari di Donadoni (VIDEO)

 

LA SOCIETA’ – Quando pensiamo al Cagliari degli anni 90, senza andare a scomodare figure celebri del passato sardo lontano o recente, da Gigi Riva a Gianfranco Zola, il primo personaggio che salta in mente non può che non essere Massimo Cellino. Padre-padrone del Cagliari dal 1992 è uno di quei dirigenti del calcio italiano che al pari dello Zamparini dei tempi migliori, si è guadagnato l’etichetta di presidente mangia allenatori: in 18 anni di gestione sono stati ben 21 i tecnici che si sono avvicendati sulla panchina del Cagliari. Nonostante questa sua irrefrenabile sofferenza c’è anche da dire però che i risultati ottenuti a gestione della società sono di tutto rispetto per una club dal lontano passato glorioso ma che da circa 30 anni è ormai invischiato nella lotta per non retrocedere: 12 i campionati disputati i serie A ( cogliendo anche un 6 un 9 e un 10 posto tra i migliori piazzamenti) conditi dalla semifinale di Coppa Uefa (stagione 1993-94) e da 2 semifinali di Coppa Italia (1999-00, 2004-2005). A questi poi aggiungiamo i 5 campionati di B con due promozioni in serie A. Spigoloso, senza peli sulla lingua e sempre pronto a prender fuoco (in tempi di moviole oscurate vi invitiamo a riguardare le sue discutibili esultanze in Cagliari- 3-3 dello scorso campionato) Cellino non farà dell’eleganze e della diplomazia la sua dote migliore, ma ha dimostrato spesso e volentieri di capire di calcio sapendosi circondare anche di collaboratori capaci che lo aiutano nella gestione del club.

 

L’ALLENATORE -  Cellino, come detto, ha la fama di essere un mangia-allenatori. E anche quest'anno il vulcanico presidente dei rossoblù non si è smentito cambiando già un allenatore: la stagione inizia con Pierpaolo Bisoli, una bandiera da giocatore che però non riesce però a ripetere i fasti di Cesena, con cui aveva conquistato la promozione in Serie A la stagione scorsa, rimediando solo 11 punti in 12 partite. Troppo pochi per la pazienza di Cellino, che dopo il doppio ko contro e lo esonera chiamando al suo posto Roberto Donadoni.

Nato a Cisano Bergamasco nel 1963, da giocatore ha vinto di tutto con la maglia del Milan e ha partecipato ai Mondiali di Italia'90 e Usa '94. Diversa storia è stata la sua carriera da allenatore. Esordisce a Livorno nel 2003, ottenendo un 10° posto in B ma non la ricorferma da parte di Spinelli, altro presidente poco tenero con gli allenatori. L'anno dopo è a Genova, sponda rossoblù, ma viene esonerato a stagione in corso. Ritorna a Livorno nel 2005, con i labronici che stavolta sono saliti di categoria, chiudendo la stagione in ottava posizione. L'anno successivo la partenza sprint, con i toscani non bastò a mantenergli il posto, visto che i rapporti con il presidente si Spinelli si sono deteriorati. Arriva così l'ennesimo esonero, soprendente per una squadra che in quel momento occupava il quinto posto in classifica. Poi arriva l'occasione della vita: il 13 luglio del 2006 diventa il della Nazionale al posto del dimissionario Marcello Lippi. Non sarà un esperienza felice per il tecnico bergamasco, che ha dovuto convivere con la scomoda eredità del tecnico Campione del Mondo in Germania. Per non parlare delle polemiche a distanza con e Nesta e la poca incisività sul piano del gioco mostrata dagli azzurri sotto la sua guida. Dopo l'eliminazione da Euro 2008 arriva l'ennesimo licenziamento. Solo sei mesi di inattività per Donadoni, che viene chiamato a a sostituire Edy Reja. Chiude la stagione al 12° posto e l'anno successivo viene nuovamente esonerato. Un anno di pausa finchè non arriva la chiamata di Cellino. Finora si può parlare di un bilancio positivo quello di Donadoni sulla panchina degli isolani: 5 vittorie in 8 partite che hanno portato 15 dei 26 punti ottenuti dai sardi, che ora navigano in acque decisamente più tranquille rispetto all'inizio della stagione.

LA SQUADRA -  Anche in questo campionato il Cagliari ha un buon gruppo che ha tutte le potenzialità per conquistarsi la permanenza in A. Una squadra offensiva che fa della velocità la sua arma in più che si è adattata bene al , schema tipico delle squadre allenate da Donadoni. In porta ormai è titolare indiscusso Agazzi che ha preso il posto di Marchetti, che dopo la querelle con Cellino è ormai prossimo alla cessione al . In linea difensiva giocheranno Pisano, Canini, Astori e Agostini. A centrocampo Biondini e  faranno coppia con Conti e Cossu trequartista. In attacco Matri, rivelazione dello scorso campionato con 13 gol, farà coppia con uno tra Nenè o Acquafresca (24 gol in 68 partite dal 2007 al 2009 con la maglia del Cagliar), figliol prodigo tornato in Sardegna quest’estate dopo le difficili esperienze vissute tra e Bergamo.

EX - Parlando di Roma-Cagliari non si può far riferimento a uno degli ex che ha fatto disperare i tifosi giallorossi in più di un occasione. Stiamo parlando di Daniele Conti: cresciuto nel club di Trigoria, si è affermato in Sardegna diventando un elemento inamovibile del centrocampo rossoblù e conquistando anche la fascia da capitano. Conti ha sempre impressionato contro la sua ex squadra, andando a segno in 4 occasioni (l'ultima volta ha aperto le marcature nel disastroso 5-1 dell'andata, prima di uscire dal campo infortunato da un'entrata "assassina" di Nicolas Burdisso) . Altro giocatore rossoblù che ha vestito la maglia giallorossa in passato è Ivan Pelizzoli, titolare nella Roma di Capello e attualmente riserva di Agazzi. Altro ex della gara è il mister Claudio Ranieri, che ha portato i sardi dalla C1 alla serie A nei primi anni Novanta

AMARCORD - Il primo confronto in serie A tra Roma e Cagliari nella Capitale risale al 13 settembre 1964. Era la prima giornata di campionato e i giallorossi allenati dall’istrionico Lorenzo si imposero per 2-1 con i gol di Francesconi e l’autorete di Greatti, che segnò anche il gol che dimezzò le distanze.

L’anno seguente la Roma guidata da Oronzo Pugliese vinse invece per 1-0, merito dell’autogol di Vescovi. Era il 15 maggio 1966.  Due anni dopo, il 3 dicembre 1967, il Cagliari espugnò a sorpresa l’Olimpico. I gol dei sardi portarono la firma di Greatti, Nenè e Gigi Riva, mentre per la Roma andarono a segno Carpenetti e Peirò.

L’anno seguente ancora un successo corsaro per i rossoblù, che il 17 novembre 1968 vinsero per 4-1, con le doppiette di Brugnera e Riva, mentre per la Roma andò a segno lo sfortunato Giuliano Taccola. Un grandissimo Cagliari che quella stagione sfiorò lo scudetto, piazzandosi secondo. Ma le basi per lo storico evento erano state gettate e l’appuntamento fu rimandato di soli dodici mesi. Quello fu l'ultimo successo del Cagliari all'Olimpico (il bilancio complessivo si completa con 15 vittorie dei giallorossi e 14 pareggi)

L’8 marzo 1970 il Cagliari, che di lì a poco si sarebbe laureato campione d’Italia, fu fermato sul pareggio all’Olimpico. Finì 1-1, per la Roma andò a segnò Peirò, per il Cagliari pareggiò Domenghini.

Il 19 maggio 1974 la Roma tornò a vincere contro i sardi. I gol giallorossi portarono le firme di Pierino Prati e di Valerio Spadoni.

Dopo qualche anno tra i cadetti, il Cagliari tornò all’Olimpico il 29 marzo 1981. Una partita molto dura, con i rossoblù allenati da Tiddia che misero in difficoltà gli uomini di Liedholm, fino al guizzo di Bruno Conti che decise la sfida a dieci minuti dalla fine, regalando il definitivo 1-0 alla Roma.

Il 27 settembre 1981, il Cagliari sfiorò il colpaccio all’Olimpico. I sardi, in vantaggio con Piras, furono raggiunti e superati per 2-1 da una splendida doppietta di Paulo Roberto Falcao.

Sempre Falcao il 16 gennaio 1983 siglò ad inizio secondo tempo l’1-0 che decise la difficile sfida contro il Cagliari, in quella che fu la prima giornata di ritorno del campionato che vide la Roma conquistare il suo secondo scudetto e il Cagliari retrocedere nuovamente in serie B.

Le due squadre tornarono ad incontrarsi il 6 gennaio 1991. In panchina ad allenare i sardi c’era Claudio Ranieri, che bloccò sullo 0-0 una Roma con la testa altrove: infatti di lì a due settimane sarebbe morto il Presidente Dino Viola e la squadra stava sprofondando in una crisi nera.

Il 9 febbraio 1992 ancora uno 0-0 tra i capitolini e il Cagliari, allenato da Carlo Mazzone. I giallorossi di Ottavio Bianchi, pur creando molto, non riuscirono a superare il muro sapientemente organizzato dal tecnico trasteverino.

Un nuovo pareggio il 7 marzo 1993, stavolta per 1-1. Il gol del vantaggio per la Roma di Boskov fu realizzato da Giannini, mentre il pareggio portò la firma di Cappioli, romano e romanista che di lì a poco si sarebbe trasferito nella Capitale insieme a Mazzone.

La Roma tornò al successo casalingo contro gli isolani il 2 aprile 1994, grazie ai gol di Rizzitelli e Balbo. Una squadra, quella allenata da Mazzone, che in poco tempo passò dallo spauracchio della retrocessione a sfiorare la qualificazione in UEFA.

Il 23 ottobre 1994 di nuovo un X in schedina tra Roma e Cagliari. Nel posticipo domenicale il Cagliari sfiorò il bottino pieno, passando in vantaggio con Bisoli, fido scudiero di Mazzone, ma furono raggiunti a tempo scaduto da Balbo, che ribadì in rete un gran tiro di Fonseca che aveva colto la traversa. Furibonda la squadra sarda, che protestò a lungo per un presunto tocco di mano del “puntero” argentino.

Botta e risposta su calcio di rigore l’anno successivo. Il 10 marzo 1996 il Cagliari passò in vantaggio con Oliveira, la Roma pareggiò con Balbo, chiudendo la partita con uno scialbo 1-1, salvato solamente da un paio di interventi prodigiosi di Cervone, che evitò ai giallorossi la beffa.

La Roma torna a battere il Cagliari tra le mura amiche il 17 novembre 1996. Finì 3-1, grazie al gol di Di Biagio e alla doppietta di Balbo. Il gol sardo fu segnato da Banchelli. Quella partita si ricorda per un simpatico aneddoto: a metà ripresa, sotto un diluvio impressionante, saltò per qualche minuto l’impianto di illuminazione dell’Olimpico. Pronta e ironica la risposta della Sud, che complice la difficile trattativa proprio di quei giorni con il Guingamp per l’acquisto di Candela, invitarono con un coro il presidente Sensi a comprare il transalpino per non rischiare di rimanere al buio.

Dopo un anno di B, il Cagliari torna a Roma per quella che sarebbe stata l’ultima partita all’Olimpico di Zdenek Zeman. Il 16 maggio 1999 la Roma si impose ancora per 3-1, con la doppietta di , il gol di Di Francesco e la rete sarda di Patrick Mboma.

Il 31 ottobre 1999, con Capello in panchina, la Roma non va oltre il 2-2. Ai gol di Montella e Zago replicarono prima Oliveira e poi Mboma su calcio di rigore. A fine stagione il Cagliari retrocesse in B, rimanendovi fino alla stagione 2004/05.

Il ritorno all’Olimpico dei sardi, nonostante una Roma che cambiò quattro allenatori durante la stagione, non fu dei migliori. Il 31 ottobre 2004 la squadra giallorossa, guidata da Del Neri, travolse gli isolani per 5-1, grazie ai gol di Dellas, , Perrotta e alla doppietta di Montella. Dell’honduregno Suazo il gol della bandiera per il Cagliari.

La sfida dell’anno successivo l’8 febbraio 2006, si giocò sul neutro del Manlio Scopigno di Rieti, a causa della dell’Olimpico dopo gli striscioni e le svastiche esposte in Roma-Livorno. La Roma di Spalletti, che veniva da sette successi consecutivi, quella sera giocava nel turno infrasettimanale. Una partita subito in salita per i giallorossi, con il doppio fulmineo svantaggio firmato Suazo e Langella. La risposta arrivò a fine primo tempo, con il pareggio raggiunto da Perrotta e . Nella ripresa in Cagliari si portò di nuovo in vantaggio con una punizione di Daniele Conti, ma proprio nel finale l’arbitro Girardi concesse due calci di rigore alla Roma, realizzati da che impazzito di gioia corse a festeggiare il definitivo 4-3 verso il cancello dello stadio, oltre il quale c’erano un centinaio di inguaribili romantici, giunti a Rieti per sostenere da fuori la propria squadra.

Il 23 dicembre 2006, alla vigilia di Natale la Roma superò per 2-0 gli isolani, in inconsueta tenuta verde, grazie a una fantastica rovesciata di Taddei e al gol di Mancini, a coronamento di una splendida manovra corale che fece impazzire Luciano Spalletti.

Ancora un 2-0 l’anno seguente, nel recupero infrasettimanale dopo la morte di Gabriele Sandri, giocato mercoledì 5 dicembre. A decidere la sfida una doppietta di Rodrigo Taddei.

Il 14 dicembre 2008 una sfida al cardiopalma, risolta nel finale da un guizzo di Vucinic, dopo che il Cagliari si era portato avanti con Conti e Jeda, che avevano risposto al vantaggio di . Il pareggio di Perrotta, prima dello show del montenegrino, che dopo il definitivo 3-2 si esibì in uno strip quasi integrale sotto la Sud, mimando anche il gesto del “tagliagole”, reso celebre dal wrestler Chris Benoit.

E arriviamo all’ultimo recente confronto della scorsa stagione. Il 9 maggio 2010 la Roma di Ranieri, dopo la sconfitta in Coppa Italia e la discussa espulsione di , si aggrappa al suo
per l’ultimo sprint, sperando in un passo falso dell’Inter. Ma i giallorossi sono sulle gambe, il Cagliari passa con Lazzari, sfiorando in più occasioni il raddoppio. Ci pensa , con un guizzo d’orgoglio, a pareggiare i conti. Cinque minuti dopo viene concesso il rigore, realizzato ancora dal per il definitivo 2-1, che terrà vive le speranze tricolori della Roma, fino al sogno accarezzato e poi sfumato al Bentegodi. Ma questa è un’altra storia.

ROMA-CAGLIARI 2-1 1981/82

ROMA-CAGLIARI 1-0 1982/83



ROMA-CAGLIARI 1-1 1992/93

 ROMA-CAGLIARI 2-0 1993/94

ROMA-CAGLIARI 1-1 1995/96

ROMA-CAGLIARI 3-1 1996/97

ROMA-CAGLIARI 3-1 1998/99

ROMA-CAGLIARI 5-1 2004/05

ROMA-CAGLIARI 4-3 2005/06

ROMA-CAGLIARI 2-0 2006/07 (GOL DI TADDEI)

ROMA-CAGLIARI 2-0 2007/08

ROMA-CAGLIARI 3-2 2008/09

ROMA-CAGLIARI 2-1 2009/10

Daniele De Angelis / Alessandro Monzio Compagnoni