L'anagramma di notizia 30/07/2011 14:08

Storia di Pippo, dagli "squali" ai "timonieri esperti di lungo corso"

LAROMA24.IT (Tiziano Riccardi) - Questa è la storia di Pippo, figlio di un emigrante italiano in California, amico di Franco e Rosella, romanista dal '93, un appartamento con vista su Piazza del Popolo e una passione fuori dal comune per la scrittura fantasy.

Le ultime parole famose (le sue, di Pippo) valgono l'ufficialità dell'operazione americani-UniCredit. Meglio di un closing qualsiasi, neppure paragonabile ad un comunicato congiunto Compagnia Italpetroli “in riferimento a notizie apparse su taluni organi di stampa...”:
Appena tornerò in Italia mi riprometto di venirvi a salutare e farvi, farci, gli auguri perché la vostra e nostra Roma, che non è solo una squadra di calcio, ma il simbolo stesso dell'Italia, possa riprendere quel glorioso cammino che ebbe con il Presidente Franco Sensi”.

La minaccia, più che la promessa, porta il nome di Pippo, il compagno romanista di mille lettere, ma così sprovveduto da farsi fotografare con il berretto biancoceleste. Destinatari del messaggio: Thomas DiBenedetto e soci, “timonieri esperti di lungo corso”.

Come dimenticarlo, lui, lo scrittore preferito dai bambini da 0 a 10 anni (perché ancora non consapevoli), famoso per le metafore incomprensibili e gli aggettivi vintage. Una lettera, l'ultima, che chiude il cerchio e certifica nel caso ce ne fosse stato bisogno che l'affare a stelle e strisce è definito.
La storia tra Pippo e la Roma ha radici lontane e va di pari passo con le trattative più importanti.

Tutto iniziò un anonimo pomeriggio del 23 aprile 2008. La società giallorossa, allora di Rosella Sensi, era sul punto di passare nelle mani di uno dei più ricchi magnati del mondo, George Soros. Tifosi entusiasti, ambiente in fibrillazione, fino a quel giorno. Attraverso l'AdnKronos, il consigliere d'amministrazione, fece sapere il suo punto di vista sulla trattativa: “Cari amici - il suo incipit, già sbagliato per la confidenzialità - mi rivolgo a voi non nella veste di consigliere dell’AS Roma SpA, ma in quella, senz’altro più importante, di tifoso giallorosso (?, ndr). (…) Questa grande forza simbolica rende la Roma magica, ma la rende anche oggetto di desiderio e occhiuta rapina (la prima perla, ndr). (...) Di qui lo svolazzare di corvi e gufi sull’Olimpico. E di tanti sinistri fantasmi che si evocano, o si autoevocano, per mettersi in vetrina e accreditarsi come uomini del big business (la supercazzola non è carina, però, ndr). Questi spettri perlopiù si dissolvono, perché il loro vantato peso è meramente virtuale, mediatico. A voi e a me, cari amici romanisti, vorrei ricordare che ogni squadra ha una storia e un'anima (anche gli uomini, caro Pippo, hanno un'anima di varia natura, ndr). (…) Io non sapevo nulla di calcio e di calciatori . È stato l'amico di sempre Franco Sensi a introdurmi in questo mondo e farmi scoprire queste realtà (maledetto fu quel giorno, ndr). Avvenne una mattina dell’ottobre di quindici anni fa. Quel giorno Franco venne nella mia casa che s’affacciava su piazza del Popolo. (…) Vedo tanti dimenarsi intorno alla Roma, persino tifosi che sono inconsapevoli di rendere torbida l’acqua con le loro firme, generose quanto ingenue. A loro e a tutti noi voglio dire. È facile fare proclami sui giornali, alla radio, in tv. È facile formulare opinioni (gratuite) sul cosa fare e come farlo. È facile lanciare progetti innovativi e parlare di mega-stadi attrezzati da costruire (è altrettanto facile presentare plastici di stadi in pompa magna, ndr), come peraltro era già negli obiettivi di Franco Sensi dagli Anni Novanta. Insomma tutto è facile a parole. (…) Non lasciamoci travolgere dalla piena di parole e restiamo ben saldi ai fatti concreti e alle cifre reali. E soprattutto confidiamo in Rosella Sensi. In lei c’è l’anima della Roma che le è stata trasmessa dal padre. E lei finora s’è dimostrata saggia e capace di distinguere le persone vere e leali dalle ombre effimere e illusorie. È stata Rosella la dea Vesta giallorossa”. Finì così il sogno Soros, dissolto tra un'occhiuta rapina e la dea Vesta giallorossa.

Altro affare, altra storia: Vinicio Fioranelli, avventuriero in cerca della Roma. Meglio che non l'abbia presa, visto dove risiede ora l'ex agente Fifa. In ogni caso, l'intervento epistolare non poteva mancare nemmeno in quell'occasione: "(…) Noi guardiamo la Roma un'ora e mezzo la domenica, al campo o alla tv, e gli altri sei giorni della settimana pensiamo a lei e parliamo di lei. E fra le pieghe di questo vostro, nostro sentimento s'insinua spesso la coda del Diavolo. A volte più lunga di come la raffigurano i pittori di Corte. Così lunga da scavalcare, in andata e ritorno, i confini nazionali e da costringerci a parlare più del Diavolo che dello stesso oggetto della vostra, nostra passione. E qui mi fermo con la metafora, perché a buon intenditore... (come no, messaggio forte e chiaro, oh yeah, ndr). La Roma fa gola a molti. (…) Ma gli interessi possono essere leciti e meno leciti sino a drogare prima i nostri sogni e poi a deprimerli. Ne sappiamo qualcosa noi della Roma, lo sanno i tifosi laziali (loro più di noi, ndr), napoletani, dello stesso Milan prima di Berlusconi e così via". "Tutto cio' ci deve indurre a riflettere prima di urlare ''Rosella bla'-bla'''. (…) Riflettere e sentirsi al fianco di Rosella, fidarsi di lei e non di squali travestiti da sirene". È finita l'éra Sensi, Pippo Marra farà parte del nuovo cda giallorosso, astenersi da altre lettere. Almeno quelle, please.