La penna degli Altri 13/10/2025 08:33
L'ultima follia del disastroso Taylor

IL TEMPO (L.PES) - Sia chiaro: la violenza va condannata sempre, soprattutto contro
l'errore umano. Ma ciò non giustifica il racconto di menzogne o la mistificazione di una realtà abbastanza evidente.
Anthony Taylor ne ha combinata un'altra, stavolta fuori dal campo, tornando sulla finale di Europa League del 2023 a Budapest, che lo vide protagonista di un errore che costò la coppa alla Roma di Mourinho. Le ore successive al fischio finale ce le ricordiamo tutti. L'aggressione verbale dello Special One nella pancia della Puskas Arena e le urla dei tifosi all'aeroporto con annesse sedie volanti e l'arbitro con la sua famiglia costretto a nascondersi. Certamente ore traumatiche per il fischietto inglese che pochi giorni fa in un'intervista alla BBC ha coraggiosamente dichiarato di non aver commesso errori gravi quella sera. Fegato da vendere visto che il braccio di Fernando al minuto 82 di quella finale era largo eccome.
Tutto giusto e condivisibile il discorso sul clima ostile attorno agli arbitri e la poca cultura alla sportività. Ed è ingiusto ascoltare le sue parole colme di amarezza sul fatto che la sua famiglia non vada più alle partite. Ma arrivare a negare la realtà sembra davvero paradossale. Soprattutto perché dopo quella sera Taylor ha continuato a sbagliare e non poco tra Premier League e Champions.
Celebri le proteste del Chelsea nell'agosto 2024 per un fallo di mano evidentissimo di Kovacic in area di rigore o quelle dell'Arsenal per la barriera sulla punizione di Bruno Fernandes posizionata due metri più indietro. Per non parlare di quando riscrisse la storia del campionato inglese con un nuovo record di ammonizioni in una partita: ben 14 in un Bournemouth-Chelsea del 17 settembre 2024 che portò la Premier a sospenderlo.
Insomma, da chi è abituato a sbagliare così tanto l'errore non deve stupire e la storia non può essere cambiata dopo due anni e mezzo per quanto possa essere deprecabile tutto quello che è successo dopo. L'errore, appunto, è umano e come tale va accettato, ma negarlo non sarebbe giusto se non altro per tutti i tifosi che quella notte hanno visto i loro sogni infrangersi sul mancato fischio di un calcio di rigore a una manciata di minuti dalla fine che poteva cambiare la storia. Invece la storia, suo malgrado, l'ha fatta Taylor, che da quel momento non è più stato lo stesso.