La penna degli Altri 11/06/2025 08:37
Ranieri e i dubbi dopo la gioia per la chiamata

Sono state le sue 48 ore da allenatore più sofferte. Sì, da allenatore. Perché Claudio Ranieri per due giorni è stato di nuovo allenatore. Anzi, di più: Commissario Tecnico della Nazionale italiana. Poi in un crescendo di dubbi, ascoltando se stesso e non solo, ha deciso di rinunciare. (...) È domenica e il telefono squilla in continuazione. Non c'è tempo neanche per concentrarsi sull'epica sfida tra Alcaraz e Sinner. La Figc ha già correttamente chiesto e ottenuto dai Friedkin il via libera a parlare con lui. La proposta è chiara, con un doppio ok - della Roma e di Gravina - a mantenere parallelamente il rapporto di consulenza. Si tratta di traghettare l'Italia nel momento più difficile, più delicato della recente storia azzurra. (...) Insomma, è pronto ad andare. E aver detto di voler chiudere la carriera, in quel momento, non è un ostacolo. La cena in famiglia si allarga al confronto con le poche persone con cui è legato da una stima profonda. «Claudio, vedrai che ci sarà anche qualcuno che proverà a dubitare della tua buona fede, il giorno in cui convocherai un calciatore della Roma..."Ma dai, non scherzare"». Già, perché qui è in gioco la credibilità di un movimento. Provate a mettervi nei suoi panni, con quell'interrogativo retorico che continua a rimbalzargli in testa. Ma come si può dire di no all'Italia? «Sono tutti d'accordo». Complimenti, Claudio, e in bocca al lupo per la nuova avventura. Scena 2. La notte non ha portato consiglio, nel senso che lo stato d'animo non è cambiato. E la sua posizione - non si può dire di no all'Italia - è sempre la stessa. (...) È il momento però di parlare più a lungo con Friedkin. Nessuna norma gli vieta il doppio ruolo, anche se - e non è un dettaglio, per mille motivi, anche di cuore - il nuovo contratto non sarà più con la Roma, ma con il gruppo. (...) Perché -una vocina che dal profondo si fa più insistente - «se avessi vo-luto continuare ad allenare, perché non hai accettato di farlo alla Roma?». La squadra grosso modo era pronta, non c'era bisogno di rivoluzioni... Sarebbe stato anche più facile gestire le due prossime sessioni di mercato. Insomma, il doppio ruolo va bene, ma se non eri sicuro di smettere, c'era prima la Roma. Come dire: vai pure, ma è un peccato che sia andata così. Scena 3. L'entusiasmo e le certezze cominciano ad incrinarsi. Però è tutto pronto. Il contratto già fatto, così il vademecum con le poche regole da non trasgredire: roba più che accettabile. Il dubbio però si fa più invadente e diventa una certezza (...)
(gasport)