La penna degli Altri 23/06/2025 07:47
Pochi colpi tra silenzi e scarsa empatia: Pinto e Ghisolfi, due ds (in)dimenticabili

I quarant'anni, in fondo, rappresentano un'età stravagante. Si è abbastanza giovani per sentire ancora l'energia della gioventù scorrere attraverso il corpo e, nello stesso tempo, si crede di conoscere a sufficienza il mondo per non farsi mettere nel sacco. Forse per questo si prova un pericoloso senso di vertigine simile all'onnipotenza, soprattutto quando si ha a che fare con quella droga chiamata calcio. (...) Ecco, due addii alla Roma, ma senza lacrime e senza neppure troppi commenti, consumati a pochi mesi di distanza l'uno dall'altro, fanno riflettere sul fatto che per regalarci un'identità, e quindi un segno nella memoria, a volte occorre che la competenza sia legata a tutto quello che ci rende umani. In attesa della riscoperta dei silenzi di Ricky Massara, è toccato a Tiago Pinto e Florent Ghisolfi, entrambi quarantenni, incarnare la metafora dell'acqua che scorre sulle pietre, destinata a non lasciare il segno. (...) Sia il portoghese che il francese hanno fatto vestire il giallorosso a calciatori che potrebbero scrivere qualche paginetta di storia del calcio nostrano. Svilar e Ndicka (presi a zero), così come Koné o Soulé, hanno mostrato doti che da qui a qualche tempo, non fosse altro che sul fronte delle plusvalenze, potrebbero lucidare il curriculum di tutti e due. Eppure Pinto e Ghisolfi, che li hanno scelti, sembrano già essere nomi vuoti, coriandoli senza appartenenza, destinati più facilmente a riaffiorare per gli errori compiuti che per ciò che di positivo hanno fatto. Questo non ha niente a che vedere con la riservatezza dei Friedkin e la loro volontà di basso profilo. Si tratta semplicemente dell'ostentato proposito di rinuncia all'empatia o, a volte, alla pura e semplice gentilezza. (...)
(Il Messaggero)