La penna degli Altri 24/04/2025 09:10
Sabatini: "Mi auguro che la Roma possa tornare in Champions. Ranieri ha fatto un lavoro maiuscolo, Dovbyk diventerà un giocatore importante"

IL TEMPO (L. PES) - A pochi giorni dalla delicata sfida di campionato tra Inter e Roma (in chiave scudetto e qualificazione Champions) ha parlato in esclusiva sull'edizione odierna del quotidiano l'ex ds Walter Sabatini, presentando la partita di domenica e più in generale la situazione attuale della squadra giallorossa. Queste le sue parole.
Domenica c'è Inter-Roma, che partita è per lei?
"L'Inter è un grande rimpianto ma la Roma è un qualcosa di diverso".
Cioè?
"E' stato un mio errore contrattuale, una scelta sbagliata della mia vita professionale per la quale c'è solo rammarico. Roma è un sentimento completamente diverso, di completezza, affetto, familiarità. Sono due club per i quali mi spendo e tifo".
I nerazzurri tra mille impegni e i giallorossi col fiatone dopo la rimonta. Chi arriva meglio alla sfida?
"La Roma ha una media da scudetto, le manca qualcosina contro le grandi e sta facendo fatica a fare gol ma è una squadra che Ranieri ha reso affidabile. L'Inter viene dal ko di Bologna in campionato che può aver turbato lo spogliatoio, arrivare lì dopo che il Napoli aveva vinto e perdere non è stato facile. Anche se poi una squadra di campioni reagisce subito. Sono sicuro, però, che sarà una grande partita".
Un aggettivo per descrivere il lavoro di Ranieri.
"Prodigioso. I presupposti erano diversi: con De Rossi le cose stavano migliorando ma la Roma era reduce da una stagione altamente negativa e aveva iniziato male questo campionato quindi far ripartire una squadra così in difficoltà era molto difficile. Ha fatto un lavoro maiuscolo, formidabile. Ora c'è l'Inter che è una squadra importante e a questo punto del campionato i risultati sono determinanti e nessuno può perdere punti. La lotta Champions è piena di squadra che combatteranno fino alla fine e davanti ce ne sono due a pari punti, cosa che difficilmente accade in Italia. Probabilmente dal punto di vista tecnico e agonistico questo è il miglior campionato che ho seguito da spettatore".
Che idea si è fatto del ruolo di Ranieri da giugno? Anche ai suoi tempi si parlava di consiglieri...
"Quando io ero alla Roma non c'era nessun consulente. Claudio ha una sensibilità calcistica e un'esperienza enorme perciò saprà da solo quali scelte prendere. L'importante è che lo lascino fare, perché un consiglio di Ranieri non può essere lasciato lì, deve essere una decisione. Ed è auspicabile che questa decisione sia avallata. E' inevitabile che se non sarà ascoltato prenderà altre strade, è giusto così".
Le difficoltà di Dovbyk, con le dovute differenze tra i due attaccanti, le ricordano il primo anno a Roma di Dzeko?
"No. Dzeko ha fatto malino nella sua prima stagione perché non faceva gol, ma aveva i movimenti dell'attaccante tant'è che poi ha fatto più di 100 gol. Dovbyk deve ancora interiorizzare i giusti movimenti e anche il primo contatto col pallone che non è sempre perfetto. Però gli ho visto fare delle giocate promettenti, anche in appoggio ai compagni che arrivano in corsa. Credo che debba e possa migliorare e diventerà un giocatore importante. Lo deve aiutare l'ambiente e i compagni, e soprattutto gli va data la possibilità di andare in campo, i giocatori migliorano solo se giocano".
Cosa manca a questa Roma per competere con le grandi? De Rossi, ma anche Ranieri ultimamente, parlavano di poca intensità.
"E' vero. Questa caratteristica va prevista e la rosa va integrata con giocatori veloci, potenti e resistenti ma soprattutto dotati dell'uno contro uno attivo. Il dribbling è lo strumento tattico più importante che possiede una squadra. Non sono i movimenti, conta la superiorità numerica e la velocità. Politano, ad esempio, è un calciatore che macina chilometri, è resistente e rapido, ha fantasia e personalità. Nel tempo potrebbe diventare un giocatore importante per la Roma Soulé, se continua a migliorare come negli ultimi due mesi".
De Rossi puntava tanto sull'argentino. L'ha più sentito?
"Ultimamente no, lo lascio stare. Ora non deve pensare al calcio, ci penserà dal 30 giugno in poi. Credo che potrebbe anche fare delle esperienze all'estero, lo vedrei bene in Premier. Ma il tempo e il ruolo tagliato su misura per lui ce l'aveva ed era a Roma".
Cosa ne pensa di Ghisolfi?
"A me sembra che stia lavorando bene. All'inizio era troppo marginale, non appariva mai e parlava poco. Pian piano ha cominciato a metterci la faccia, segue giocatori a livello internazionale, sono segnali importanti, di operatività e di coraggio. Crescerà molto nell'ambiente ma dipenderà anche da quale allenatore arriverà".
Chi sceglierebbe Walter Sabatini per la Roma?
"Non voglio fare nomi, sono un dirigente e non voglio mettermi in mezzo a situazioni che non mi spettano. Ma deve essere un allenatore che non metta il ds in un cono d'ombra, Ghisolfi ha bisogno di essere riconosciuto a livello internazionale. Ranieri può aiutarlo a crescere, se rimane per lui va benissimo".
Le manca il calcio? Ha ricevuto qualche chiamata?
"No. Ma per me il calcio non finirà mai, almeno finché vivrò. Indipendentemente da quello che può succedere, il calcio mi accompagnerà per sempre".
Cosa si augura per la Roma?
"Mi auguro fortemente che possa tornare in Champions. Un club come la Roma non può non fare la Champions. E' un augurio feroce, non sopporto l'idea che non partecipi, soprattutto con questo formato ammaliante, esaltante per i tifosi. La Roma deve fare la Champions League".