La penna degli Altri 17/11/2024 09:57
Ranieri e quello che i Friedkin (forse) hanno finalmente capito
La decisione di affidare a Ranieri la guida della Roma è stata la prima cosa giusta che i Friedkin hanno fatto dopo avere commesso una serie di errori sesquipedali, alla radice del loro annus horribilis. In dieci mesi, gli americani hanno licenziato tre allenatori e hanno assunto il quarto. (...) Auspicabilmente, si presume che il signore di Testaccio venga lasciato libero di lavorare in pace, onde permettergli di riportare in carreggiata una squadra bisognosa prima di tutto di fare pace con se stessa e con una tifoseria che ne ha sopportate abbastanza e ne ha le tasche piene di una proprietà la cui capacità di spesa è inversamente proporzionale alla capacità di capire una volta per tutte che cosa sia la Roma per i suoi tifosi e che cosa rappresentino i suoi tifosi per la Roma. (...) Ci voleva un romanista a denominazione d'origine controllata per rompere l'assordante silenzio dei Friedkin, i quali (forse) hanno finalmente capito cosa sia il romanismo, inteso come cuore, passione, condizione dello spirito.(...) Ranieri III ci ha messo un attimo per mostrare la sua schiena dritta agli americani. Le parole pronunciate al ritorno a casa sono state chiare, nette, senza se e senza ma: su Dybala, su Hummels, su De Rossi, su Totti, sulla squadra, sul rapporto con i Friedkin, sul ruolo presente di allenatore e futuro di dirigente, anche se già è l'uno e l'altro, a giudicare da ciò che ha detto e da come li la detto. Sopra ogni cosa, l'allenatore ha anteposto il legame indissolubile della Roma con i suoi tifosi, consapevole come lui e soltanto lui possa ricucirlo, essendo stato lacerato dalle scelte societarie tutte sbagliate che ancora fanno schiumare rabbia a chi aveva garantito all'Olimpico la serie record di sold out. Ci voleva Ranieri, per dire in faccia al magnate Usa che il re è nudo, per comunicare urbi et orbi ciò che nessuno dei suoi tesserati gli aveva mai detto: "Friedkin sa di aver speso tanti soldi e di non essere riuscito a fare quello che avrebbe voluto" (...)
(tuttosport)