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La penna degli Altri 23/09/2024 11:54

IL PUNTO DEL LUNEDÌ - TRANI: "Si alza il sipario, ecco la Roma. Gara senza storia" - SORRENTINO: "Salta un protagonista dopo l'altro. Chi sarà il prossimo?"

IL PUNTO DEL LUNEDI

Buona la prima di Ivan Juric sulla panchina della Roma. I giallorossi battono per 3-0 l'Udinese di Kosta Runjaic e si rialzano dopo un burrascoso inizio di stagione. "Si alza il sipario, ecco la Roma. Il suo percorso parte solo dalla quinta tappa. Dall'Olimpico, contro l'Udinese. Gara senza storia: 3-0, creando pure altre chance oltre i gol e senza subire niente", il pensiero di Ugo Trani sul Corriere dello Sport. Paolo Condò de La Repubblica si sofferma, invece, su Ivan Juric: "Ivan Juric affronta e vince bene la prima sfida sul campo, brillando poi per onestà nella descrizione del paesaggio sentimentale trovato a Trigoria". Andrea Sorrentino de il Messaggero Sport, analizza il delicato addio di Lina Souloukou: "Alla Roma salta un protagonista dopo l'altro, in un climax che sfocia nell'angoscia: chi sarà il prossimo? 


Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.


U. TRANI - CORRIERE DELLO SPORT

Si alza il sipario, ecco la Roma. Il suo percorso in campionato parte solo dalla quinta tappa. Dall'Olimpico, contro l'Udinese. Gara senza storia: 3-0 creando pure altre chance oltre i gol e senza subire niente. Può sembrare strano ma questo è il successo della normalità in una settimana che più caotica non poteva essere. In quarantanove minuti il risultato è al sicuro. Fa centro il nuovo centravanti e raddoppia il miglior calciatore. Un classico nel calcio. In panchina Juric. Prende pure lui i fischi ma guarda avanti e si gusta la prima vittoria stagionale dei giallorossi, rotonda e convincente. Non basta a frenare la contestazione, ma il croato va a dama e questo conta. C'è tempo e spazio per tutti. Ha meno pazienza solo quando deve fare il secondo cambio e va a chiamare Baldanzi, lo vuole dentro per Pellegrini bocciato dalla gente. E Tommasino lo farà esultare per la terza volta. La Roma non concede occasioni, caratteristica della nuova gestione, gioca uomo contro uomo e resta altissima [...]


P. CONDÒ - LA REPUBBLICA

Prima vittoria per la Roma, che ha attraversato il suo inferno con discreta personalità. Mentre le dimissioni di Lina Soulokou, sincere o forzate dalla proprietà che siano, completano la nemesi societaria aperta dalla permanenza di Dybala e proseguita con l'esonero di De Rossi. Ivan Juric affronta e vince bene la prima sfida sul campo, brillando poi per onestà nella descrizione del paesaggio sentimentale trovato a Trigoria. È un inizio [...]


A. SORRENTINO - IL MESSAGGERO SPORT

Alla Roma salta un protagonista dopo l'altro, in un climax che sfocia nell'angoscia: chi sarà il prossimo? In otto mesi è stato licenziato Mourinho, allontanato Pinto, giubilato Lukaku, poi si è tentato di defenestrare Dybala; a seguire è venuto giù De Rossi, e tutti a puntare il dito su Lina Souloukou: ma anche lei è caduta subito dopo, dissuasa da minacce e insulti, o più probabilmente segata da Friedkin per i suoi inciampi via via più evidenti. Seguiranno novità e arrivi e colpi di scena, mentre Juric ha iniziato benissimo ed è quello che conta di più, in questa fase caotica. Quanto a Lina, ha senz'altro commesso errori da dirigente, e in giro si raccontava da tempo anche di certi suoi portamenti bizzarri, quando non sprezzanti: le è capitato di non rispondere a telefonate di alte figure istituzionali e di non richiamare. Ma il fatto che i suoi ultimi giorni nella Capitale siano culminati in insulti sessisti, col surplus di minacce a lei e ai suoi figli, è una vergogna e una barbarie, originata purtroppo anche dal fatto che la signora Souloukou è donna, è madre e rivestiva un ruolo di potere. Intanto, fino a una settimana fa Daniele De Rossi era considerato dai più un allenatore disastroso, mentre l'esonero per mano di Atena vendicatrice lo ha trasformato di colpo in eroe e in simbolo delle ingiustizie terrene: tutte esagerazioni, ovvio [...]


F. STORACE - LIBERO

Una settimana da infarto, per chi ha il cuore mezzo giallo e mezzo rosso. Quel tre a terzo rifilato alla ex capolista Udinese sa di resurrezione, Juric santo subito verrebbe da dire. Perché è indicibile la sofferenza da pallone, quando vedi naufragare i sogni della tua squadra e fai i conti col dirimpettaio biancazzurro dall'altra parte del Tevere. No, non dimentichiamo Daniele De Rossi, ma anche nel calcio la guerra è guerra e la vittoria in campo, rotonda come la palla, è meravigliosa dopo sette giorni da brivido. I Friedkin, padre e figlio, non sanno che si sono persi sfuggendo alla contestazione annunciata, imbarcandosi in volo per gli States. No, ora non c'è spazio per ripensamenti, il gioco senza tregua voluto da Ivan Juric ha avuto la meglio. Si, la settimana di passione. Primo colpo: fuori il romano de Roma; secondo colpo, la fuga della greca. Primo rimedio: Juric in panchina tutto solo a guardia del bidone. Quello che è successo a Roma nei giorni che precedono la vittoria non succede manco tra i dilettanti. E invece, che risultato. Ma la famiglia Friedkin non può permettersi la fuga di fronte alla tifoseria. Spiegateglielo agli americani che cosa vogliono dire quei trenta minuti della curva Sud prima di entrare all'Olimpico: un atto di amore e di rabbia, anche se pure i tifosi sbagliano. Ora se la Roma prende il volo, quanto dureranno gli striscioni per De Rossi? Abbraccerete finalmente Juric? [...]


I. ZAZZARONI - CORRIERE DELLO SPORT

La Roma riparte nuovamente da zero. In quattro anni e poco più di un mese i Friedkin hanno fatto secchi José Mourinho, Daniele De Rossi, Lina Souloukou, Guido Fienga, Manolo Zubiria, Michael Wendell, Pietro Berardi e Tiago Pinto. Un autentico sterminio di professionisti ai quali si aggiungono non meno di 200 persone tra responsabili di settore, staff vari, addetti alla comunicazione e altro ancora. Salvi solo i centralini. E sempre in quattro anni Dan ha versato un miliardo nelle casse della Roma per farle ritrovare un minimo di stabilità finanziaria, ma non emotiva, né programmatica. Ieri l'ultimo shock: le dimissioni di Lina, che in poco tempo aveva tagliato l'impossibile creandosi una serie di inimicizie da primato. La Roma e l'instabilità degli americani se la sono divorata, il resto l'hanno fatto l'oltraggio alla storia, il dissenso arrivato dall'esonero di De Rossi e le vergognose minacce alla sua famiglia. Di una cosa la Roma avrebbe bisogno: di stabilità, di competenze, di cultura del calcio nel quale si misura. Chi rappresenterà la Roma ora? Può avere un futuro una società che ogni due per tre viene segnalata in vendita dai mercati anche se così non è? La sola certezza che ho in un momento così spiazzante è questa: Ivan Juric è l'unico a non avere colpe. Gli è stata offerta la Roma per sei mesi ed ha accettato senza farsi troppe domande sul casino che avrebbe trovato. Non ha cacciato lui De Rossi [...]


T. CARMELLINI - IL TEMPO 

Una società allo sbaraglio, dove il capo caccia via un dipendente, ne assume uno nuovo e nel suo primo giorno di lavoro si dimette. Una barzelletta e sarebbe da ridere se non ci fosse di mezzo la Roma. Poi, come sempre, i nodi vengono al pettine e ai danni fatti dall'ultima gestione del club, qualcuno prima o poi metterà riparo. E nessuno pensi che l'arrivo di Juric al posto di De Rossi sia la soluzione del problema, perché nella Roma vista ieri all'Olimpico contro l'Udinese del tecnico croato non c'è un bel niente. Anzi, piuttosto in molti avranno pensato di onorare così l'ex allenatore. Di sicuro l'ha fatto l'Olimpico che ha dovuto subire l'allontanamento di una bandiera nella quale aveva creduto e crede ancora. Qui c'è di mezzo una proprietà alla quale qualcuno dovrebbe far capire che non basta saper metter soldi, serve anche una gestione che sia giusta, corretta ed equilibrata. Piuttosto a questa Roma servirebbe un mea culpa che non in molti sono disposti a fare. Perché sono tutti buoni a fare i fenomeni, ma qui adesso serve qualcuno che ci mette la faccia e stavolta non basta un manager di bell'aspetto, ma c'è bisogno di una persona capace in grado di muoversi in questo mondo complesso che è diventato il calcio [...]


G. D'UBALDO - CORRIERE DELLO SPORT

In un Olimpico furibondo, dopo due anni e mezzo di sold out e di pieno di amore, la Roma per battere l'Udinese ha dovuto superare anche la diffidenza e la rabbia dei suoi tifosi, che hanno fischiato tutti, in particolare Pellegrini e Cristante. In ogni angolo dello stadio è stato evocato Daniele De Rossi, fino alla fine. La squadra giallorossa lo ha fatto giocando con umiltà, con grande spirito di sacrificio. Una Roma operaia, molto aggressiva, che non ci ha pensato due volte a buttare il pallone in tribuna. Juric all'esordio ha vinto la prima partita stagionale, contro l'Udinese arrivata all'Olimpico nelle prime posizioni. Lo ha fatto senza inventarsi niente, mandando in campo una squadra senza fronzoli, molto concreta, disposta a lottare, a non arrendersi mai.[..] Dovbyk è fondamentale per i risultati della Roma, ieri non è sembrato un corpo estraneo come nelle prime partite. Ha aiutato i compagni, ha dato a Dybala il pallone con il quale l'argentino si è procurato il rigore e a Baldanzi l'assist per il terzo gol. Dybala, libero di cercarsi la posizione in campo, ha fatto la sua parte, è stato spesso nel vivo del gioco, ha fatto centro dal dischetto, tornando al gol dopo 147 giorni. Non può bastare una partita per dire che la Roma è guarita e Juric non ha la bacchetta magica. Ma se la squadra si isola dai problemi societari, questo campionato cominciato tra mille difficoltà può ancora essere raddrizzato [...]

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