La penna degli Altri 19/03/2024 07:56
I destini incrociati di Mou e Mau: arrivati da condottieri finiti capitani di ventura
Sembrano davvero poche le evidenze che accomunano Maurizio Sarri, appena uscito dalla porta principale per sua scelta, e Josè Mourinho, invitato a mettersi da parte a metà gennaio. Sono talmente poche da far emergere il sospetto che siano due e non più di due: il Chelsea e la città di Roma, da intendere come inizio, adattamento e fine della loro storia nella capitale. Per qualche ragione, nessuna delle quali secondaria, sono stati accolti come eroi ma non hanno avuto i risultati sperati entrambi accolti da un mare di speranze. (...) Sarri e Mourinho approdarono qui da noi quasi all'unisono (per un momento leghiamo i destini delle squadre cugine). (...) Mourinho ha avuto il merito di vincere la Conference a 14 anni dall'ultimo trofeo sollevato (la Coppa Italia nel 2008). Ma ad un prezzo altissimo: prosciugando la bellezza nonostante il ritorno prepotente (e un po' modaiolo) dei "sold out", che verrebbe piuttosto da ripensare in "soul out", ossia ingannevoli e senza un'anima, una vera anima in cui riconoscersi sia per "bellezza" che per tifo, che è una grande cosa ma a volte rimane po' accecante, fuorviante. Peccato dunque che la realtà dei fatti abbia
smentito il contenuto di ogni singolo sogno fatto da ogni singolo tifoso. Sogni che possedevano una forza dirompente che le due squadre in campo, sino al raggelante derby di andata ultimo scorso, non hanno mai saputo restituire appieno. Ecco allora che si pone l'interrogativo: cosa c'è che non va qui in città? Tante cose. Per esempio che i sogni di cui sopra, i sogni del pubblico innamorato, non erano mai conformi alla disponibilità e, in alcuni casi, anche alla competenza di chi gestiva l'amore della gente dall'altra parte della scrivania. Roma è una piazza micidiale, mortifera. Se proviamo ad immaginarli in campo con un bel paio di scarpini, Lotito, Pallotta e i Friedkin non hanno mai avuto fra i piedi, per inclinazione o per limiti finanziari, la palla gol che avrebbe potuto garantir loro l'accesso ad un livello superiore. (...)
(La Repubblica)