La penna degli Altri 13/02/2024 08:52
Hooligans, razzismo e provocazioni: con gli olandesi dieci anni al veleno
Ancora tu, Feyenoord. Una classica degli ultimi anni, un decennio se ci vogliamo allargare un po. C'era un tempo in cui, tale Gervinho faceva impazzire tale Wilkshire e il tecnico degli olandesi, tale Fred Rutten, lo sostituiva con un ragazzo che è qui da noi da un po' di tempo, ovvero Rick Karsdorp. Era febbraio del 2015, la Roma era guidata da Rudi Garcia, "Kars" aveva appena vent'anni e non sapeva che avrebbe giocato nella Roma e in effetti non era prevedibile. I giallorossi affrontavano il Feyenoord per la prima volta, ed era anche quello un playoff (come il prossimo) di Europa League. Gervinho segna all'Olimpico e la Roma viene rimontata dal gol di Colin Kazim-Richards. Nella bolgia del De Kuip, decide ancora l'ivoriano, che chiude il discorso dopo la rete del vantaggio di Adem Ljajic e il pari olandese di Elvis Manu. […] Ancora Feyenoord contro Roma, stavolta è un quarto di finale di Europa League. L'olandese stuzzica Mourinho e lo snobba, dicendo che alla vigilia della sfida di ritorno, guarderà il Napoli e non i giallorossi. Dopo la vittoria e il conseguente passaggio della Roma in semifinale, Mou va a cercare il collega nel tunnel che porta allo spogliatoio e gli sussurra (eufemismo): «Respetc, respect. Guardi il Napoli ma dovresti guardare noi. Se questo è il tuo gioco, dovresti andare a casa in fretta. Guardi Napoli e Manchester City ma dovresti osservare noi, respect». La Rema in quei due incontri soffre e non poco, ma alla fine trionfa, sull'onda lunga della finale di Conference di un anno prima. Mats Wieffer decide la gara in Olanda, la Roma è chiamata a rimontare all'Olimpico, con una partita tesa, che sfocia nei supplementari. Igor Patxão pareggia la rete di Spinazzola e Dybala nei minuti finali regala l'extra time a Mou: El Shaarawy e Pellegrini umiliano nel finale gli olandesi che, come sosteneva poi lo Special, se ne sono tornati a casa a testa bassa. Ci risiamo, stavolta non c'è Mou, ma De Rossi, erede di questa rivalità. Per lui è il debutto, niente male. Pure col peso di mantenere la tradizione.
(Il Messaggero)