La penna degli Altri 06/09/2023 08:13
A tutto Pinto
IL TEMPO (L. PES) - L’ora delle spiegazioni. Settembre è un po' per tutti il mese degli inizi o delle riprese, mentre per il mercato segna la fine di tre mesi di fuoco fatti di notti insonni e telefono bollenti. Settembre, invece, per il general manager della Roma Tiago Pinto è il mese delle parole, prima di qualche giorno di riposo in Portogallo. Nel primo pomeriggio di ieri a Trigoria è andata in scena la consueta conferenza stampa di fine mercato del dirigente giallorosso, che è tornato sulle scelte estive e ha risposto alle domande sul futuro e sui tecnicismi legati ai discorsi finanziari con l'Uefa. Ha esordito con una premessa Tiago: «Sono qui per parlare del mercato, i rinnovi sono importanti e li trattiamo nelle giuste sedi». Gli era stato chiesto del futuro di Mourinho che ha il contratto in scadenza a giugno prossimo, come il suo, d'altronde. Ma il trentottenne lusitano preferisce tornare sulle scelte delle scorse settimane, a partire dagli attaccanti, tante voci, qualche nome e alla fine l'arrivo di Lukaku. «Non ho seguito attentamente tutti i nomi che sono stati accostati alla Roma. Due li abbiamo trattati, lo dico chiaramente, e avevamo interesse: per Scamacca abbiamo parlato e non siamo riusciti per ragioni pubblicamente conosciute. Seguiamo Marcos Leonardo da 15-16 mesi, è un obiettivo, non era una situazione fatta e tranquilla ma l'accordo tra le tre parti era sulla buona strada ma abbiamo avuto sfortuna. Penso che tutti i tifosi della Roma siano contenti di essere arrivati al 28 agosto e avere Lukaku invece che avere "Tonino" il 1° agosto, per non ferire nessuno. Su Beltran e la Fiorentina non so di cosa parli, conosciamo Beltran e non so cosa sia successo con la Fiorentina, per me è tutto a posto». Ci tiene Tiago, dopo aver sottolineato che «Frattesi non è un rimpianto e anche se ha fatto una scelta diversa gli voglio bene così come a Scamacca», Renato Sanches è un colpo tutto suo. «Se andrà male l'unico responsabile sono io. Sono ossessionato da quel giocatore, lo volevo al Benfica e non ci sono riuscito, lo volevo alla Roma e non ci sono riuscito, adesso siamo riusciti a prenderlo. Se avrà problemi nel futuro, sarà colpa mia. Sono convinto che con questo allenatore, lo staff tecnico e medico, con tutto di quello che ha bisogno intorno, siamo capaci di farlo rendere al meglio. Per questo abbiamo fatto un tipo di contratto per cui se farà un tot di partite lo dobbiamo prendere. Se le cose andranno bene, saremo contenti. Se andranno male, sarò io il responsabile perché consapevole dei rischi. Come giocatore mi fa impazzire». Glissa su Matic, restando sulla stessa linea di Mourinho, e confessa di aver colto con un po' di fortuna l'occasione Lukaku: «Ci sono situazioni impossibili il 1° luglio, devi monitorare e non parlare con nessuno per non creare aspettative, poi se ci sono i momenti giusti sfruttare l'opportunità. L'intervento dell'allenatore è stato importante per il loro rapporto, come con tutti, ma in questo caso più importante. Poi avete visto il coinvolgimento personale dei proprietari, hanno semplificato il mio lavoro e hanno sbloccato le cose che dovevano sbloccare» A chi vuole metterlo contro il tecnico ribadisce più volte: «Sarà impossibile uscire da questa conferenza stampa con la minima sensazione di scontro fra me e Mourinho». Ma l'obiettivo Champions, per sua stessa ammissione, è reale nella testa della proprietà. E dopo la sosta anche lui ha promesso il cambio di passo che, paradossalmente, è già inevitabile.