La penna degli Altri 20/05/2023 09:29
Quanto è bello essere vintage col catenaccio
Le braccia larghe, il sorriso ancora più largo, a voler abbracciare idealmente giocatori e tifosi: ecco il Mourinho della BayArena, sessantenne bello di notte. Aveva appena aperto e richiuso il rubinetto della sua splendida acqua calda, un composto naturale che ristora e fa sognare, anche se in apparenza non è altro che la rivisitazione del catenaccio con cui si va a raccogliere frutti proprio nelle ore in cui qualcun altro, da un'altra parte, sta interpretando il pallone in modo così diverso da far supporre che si tratti di un altro sport (il Manchester City). Per fortuna non è (sempre) da queste cose che si giudica un giocatore. (...) La Roma non tira in porta quasi mai, ma in compenso fa giocare malissimo gli avversari. E tutto con giocatori a mezzo servizio: Dybala, Wijnaldum, Smalling. E poi con un difensore nato come Andrea Belotti, che chissà perché, sino all'altro ieri, veniva spacciato per centravanti. Sono Belotti e Bove, il moderno Tommasi, la chiave per interpretare la Roma: sacrificio oltre ogni immaginazione, puro lavoro sporco, e mai pentirsi per aver fatto quella vana rincorsa, che vana non era. (...) Nel medio e lungo termine, al netto di una partita a settimana, non è competitiva per l'alta classifica. Ma nella spicciolata dei match di coppa è tremendamente solida. Effetto Mourinho sulla psiche dell'ambiente. (...)
(La Repubblica)