La penna degli Altri 06/03/2023 09:26
IL PUNTO DEL LUNEDÌ - ZAZZARONI: "Mou tra follia e genialità" - CONDÒ: "Partita da vecchi guerrieri" - DE CARO: "Roma regina del corto muso"
Vince di misura la Roma, che batte la Juve e si prende 3 punti importanti in ottica quarto posto. Non proprio uno spot per il calcio, commenta Paolo Condò: "Mourinho toglie le punte e parcheggia l'autobus, Allegri senza spazi in cui correre stenta a rendersi pericoloso, il risultato è un ottimo spot. Per il basket". Esalta Mou, invece, Ivan Zazzaroni: "Solo un folle, o un genio, affronta la Juve all'Olimpico rinunciando a entrambi gli attaccanti, punta sul tre-sette col morto e chiude, nonostante il vantaggio minimo, con i due centravanti in campo".
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
P. CONDÒ - LA REPUBBLICA
A due partite dalla fine della 25a giornata, la Serie A ha superato la fettuccia dei 100 gol in meno rispetto all'anno scorso. Sono 109, una siccità ben raccontata dal primo tempo di Roma-Juve: Mourinho toglie le punte e parcheggia l'autobus, Allegri senza spazi in cui correre stenta a rendersi pericoloso, il risultato è un ottimo spot. Per il basket. Quando il gol diventa merce rara, però, ne basta uno per cambiare la serata: il gran tiro da tre punti di Mancini innesca una ripresa adrenalinica, perché la Juve aggiunge un campione ogni dieci minuti (tranne l'ultimo), avvicina più volte il pari, eppure Roma resiste con una grande organizzazione difensiva. Partita da vecchi guerrieri, da ciurma più che da equipaggio: Smalling, Ibanez, Matic, Rui Patricio, e la zona Champions è riagganciata. Così anche la Juve — la migliore del gruppone nell'ultimo mese —segna il passo nella sua rincorsa. (...)
I. ZAZZARONI - CORRIERE DELLO SPORT
Solo un folle, o un genio, affronta la Juve all'Olimpico rinunciando a entrambi gli attaccanti, punta sul tre-sette col morto (Wijnaldum ha fatto qualcosa di accettabile esclusivamente dopo 1'1-0) e chiude, nonostante il vantaggio minimo, con i due centravanti in campo, forse per tentare di ridurre la pressione dell'avversario e allontanare il pallone il più a lungo possibile dalla propria area. Solo un folle, o un genio, investe su una squadra la cui legittimità tattica è vincolata al risultato finale: se vinci ti danno del genio, se perdi del cretino per almeno una settimana. (...) Non era facile ripartire dopo la pessima figura di Cremona, oltretutto ospitando la Juve, ecco allora il ricorso a tutto il bagaglio di esperienza. E genialità. Mi ha stupito non poco la formazione iniziale, ma molto di più i mancati cambi subito dopo l'intervallo: Mou non ha abbandonato l'idea di partenza e ha avuto ragione quando Mancini ha trovato il tiro della domenica sera. (...)
A. DE CARO - LA GAZZETTA DELLO SPORT
(...) Dopo il clamoroso flop. di Cremona, alla Roma serviva una vittoria pesante e di prestigio per i sogni di rimonta e recuperare credibilità, fiducia e... il quarto posto. È arrivata dopo una gara di grande applicazione, sacrificio, dedizione, concentrazione. La Roma di ieri ha fatto suo il motto storicamente della Juve: vincere non è importante, è l'unica cosa che conta. Per un'ora Roma-Juve è stato il peggior spot del calcio italiano nel mondo. Partita che definire brutta, bloccata, avara di occasioni è dire poco. Soprattutto per lo schieramento di Mourinho, che ha giocato con cinque difensori, due mediani difensivi e due centrocampisti (Pellegrini e Wijnaldum) a supportare il solo Dybala unico vero giocatore offensivo. Rinuncia a centravanti e esterni d'attacco, densità assoluta in mezzo al campo. Ma sempre a ritmi comunque lenti e compassati. La Juve non è stata diverga da tante altre volte in cui ha brillato poca Riuscire a rubare l'occhio in una gara simile era ancora più difficile, nonostante almeno Allegri avesse messo in campo giocatori dediti alla fase offensiva. Quasi un'ora di tatticismo esasperato, con un calcio davvero di altri tempi, fortunatamente per gli spettatori interrotto dal gol della domenica trovato da Mancini che ha dato una scarica di adrenalina alla partita. Che è rimasta brutta, ma almeno è cresciuta di intensità. La Roma, che è la vera regina del corto muso quest'anno, si è chiusa ancora dí più. (anche se ha chiuso la partita con Abraham e Belotti), esaltando le sue qualità difensive e la Juve non è riuscita a recuperare. (...)
T. CARMELLINI - IL TEMPO
Con il cuore, con la testa e anche con le unghie in un finale interminabile. La Roma interrompe la rincorsa della Juventus, che aveva vinto le ultime quattro, vince davanti al pubblico di casa e si rimette in piedi dopo il clamoroso ko contro la bestia nera Cremonese. Succede davanti a un Olimpico per la venticinquesima volta sold out in questa stagione a conferma che il dodicesimo uomo in partite come questa fa tutta la differenza del mondo. Mou gioca a sorpresa la carta formazione cambiando tutto proprio all’ultimo: toglie gli attaccanti e mette Dybala unica punta con Wijnaldum a far coppia con di Pellegrini subito dietro l’argentino campione del mondo. Dall’altra parte del campo, l’altro campione del mondo Di Maria è l’anima della Juve ma i romanisti fanno buona guardia: attorno a lui il tecnico portoghese alza una gabbia, cosi come su Vlahovic marcato a uomo da Smalling ogni qual volta l’attaccante serbo si affaccia dalle parti dell’area giallorossa.La svolta arriva all’inizio della ripresa, quando Cristante, ancora una volta tra i migliori dei suoi, apre a Mancini che se la sposta sul destro e mette la staffilata che infila l’incolpevole Szczesny coperto da una giungla di gambe. Primo gol stagionale per il difensore che a inizio gara sembrava costretto a lasciare il campo per infortunio: e invece proprio lui l’ha decisa. Reazione Juve immediata con il palo centrato da Cuadraro sul quale pero Rui Patricio sembrava esserci. I minuti passano, e la Roma vede il traguardo avvicinarsi e inizia a chiudersi dimostrando una grande compattezza: i giallorossi vogliono vincerla a tutti i costi. Il portiere bianconero fa un miracolo su Smalling quindi replica del numero uno giallorosso prima del terzo palo della serata juventina colpito da Mancini ma stavolta in fase difensiva. Minuti finali da infarto, Allegri segue il rivale che poco prima aveva inserito Abraham, Bove e poi Belotti, mettendo dentro prima Chiesa e infine Kean. Ma la partita del giovane attaccante bianconero dura trenta secondi: primo contrasto «ruvido» con Mancini, brutta reazione ne Maresca lo punisce con un rosso diretto giustissimo. Il resto è adrenalina e cuore: alla Roma stavolta non mancano e il triplice fischio arriva come una liberazione. Giallorossi di nuovo in piedi, tornano al quarto posto in classifica e adesso pensano solo alla Real Sociedad che giovedì farà la sua comparsa all'Olimpico. Così i sold out saranno ventisei. Avanti un altro!
G. GARANZINI - LA STAMPA
Si ferma la rincorsa della Juve, continua eccome l'ascesa della Roma. Che non schiera uno straccio di attaccante a far compagnia al povero Dybala sinché c'è o ci sarebbe da attaccare, e poi ne mette in campo due quando c'è una vittoria da difendere. Il calcio è strano da sempre, Mourinho non certamente da oggi, ma si sa che alla fine contano i risultati e quello dell'Olimpico per la Juve è certamente severo. Di quelle partite che, a saperlo, sarebbe più saggio vedere a digiuno, perché l'eccesso di reciproca prudenza finisce per indurre all'abbiocco. (...) La prodezza di Mancini che non solo ha stappato la partita ma alla fine l'ha decisa, perché la Juve ha preso o scheggiato un altro paio di pali ma il gol non lo ha trovato. Grande Rui Patricio sull'unica giocata di Di Maria, ma decisivo anche Szczesny su Smalling: e all'ultimo respiro troppo molle il destro a colpo sicuro dell'esausto Danilo.
T. DAMASCELLI - IL GIORNALE
(...) All'Olimpico è finita la corsetta presuntuosa e inutile della Juventus, la Roma ha vinto senza rendersene conto. È sembrata una partita da "volemose bene", grandi abbracci affettuosi, compresi i due allenatori; Mourinho, per evitare il contropiede avversario (!) ha scelto di aspettare, rinunciando in avvio a un attaccante, Dybala largo e centrocampisti a tentare l'affondo, l'idea è rimasta nei fumogeni dello stadio, la Juventus è andata per linee orizzontali, raramente accelerando, quando ci ha provato, Rabiot ha sfiorato il vantaggio. Poi il gol di Mancini ha rimandato la Juventus all'anticalcio del suo periodo peggiore, poche idee, manovra ritardata, cambi su base emotiva e pure il rosso a Kean caduto nella trappola di Mancini. Chi meglio di Allegri poteva dare una mano a Mourinho e guarire La Roma battuta a Cremona? Fatto. L'agonia continua, in attesa della botta finale dei tribunali. (...)