La penna degli Altri 07/02/2023 09:17

"Una spia in Curva Sud. Caccia al basista degli ultrà della Stella Rossa"

ultras scontri

Il lavoro della polizia non basterà. Il raid con cui i tifosi della Stella Rossa di Belgrado sabato scorso hanno rubato due striscioni e due stendardi ai Fedayn giallorossi è un oltraggio che va vendicato "personalmente". Il furto dello striscione non è più solo una questione di stadio, ma di vita. L'affronto «va vendicato». I Fedayn adesso ragionano su come riprendersi i drappi rubati e danno la caccia al basista che ha indicato agli hooligans della Stella Rossa i tre ragazzi che portavano la sacca con lo striscione fatto l'anno scorso per i 50 anni del gruppo, oltre a quello della "Brigata Roberto Rulli" che porta il nome del fondatore e che viene solitamente esposto sul tabellone dell'Olimpico, lo stendardo "via Livilla" e quello che critica la commercializzazione del calcio moderno, "Anti fan zone".

Il mondo ultrà è in subbuglio. Molti, in diverse parti d'Italia, pensano che il blitz dei serbi al parcheggio in piazza Mancini sia «un'infamata»: un'azione commissionata dai napoletani dopo la figuraccia rimediata a Badia al Pino. Si tratta di una mera supposizione, non molto fondata, visto che la polizia non ha trovato evidenze che dimostrino il collegamento tra i fatti accaduti 1'8 gennaio e quelli avvenuti nel parcheggio di piazza Mancini.

Le voci che circolano in città sono tante, c'è anche l'ipotesi della pista interna, quella che narra di uno o più traditori. Ma nell'informativa che la polizia ha depositato in procura non c'è nulla di tutto ciò. Vengono monitorate le chat degli ultra e le immagini delle telecamere che riprendono le fasi della fuga dei tifosi serbi, scappati probabilmente a bordo di una decina di macchine. Al momento c'è una sola verità: a rivendicare l'accaduto sono stati i tifosi della Stella Rossa. L'allerta adesso è massima. Perché gli ultrà romanisti devono salvare la faccia, costi quel che costi. Anche se da Belgrado avvertono: «Vuoi provare ad attaccarci, stai sicuro che noi sappiamo già che sei lì. Nessuno ci sorprende mai: siamo serbi e siamo combattenti». Alla poco importa. Gli stendardi devono tornare al Quadraro. La discussione sullo scioglimento del gruppo non è la priorità del momento.

(La Repubblica)