La penna degli Altri 26/02/2023 08:35
Le grandi felici in coppa? Anche merito delle piccole. La lezione di Mariaclotilde
Eravamo abituati a tornare da un turno di coppe sconfitti e ammaccati e a rinchiuderci nel cortile della Serie A per giocare tra noi e provare a sentirci forti. Questa volta siamo tornati in cortile euforici: tre vittorie su tre negli ottavi d'andata di Champions League; nessuna sconfitta nelle altre competizioni e complessivamente sette squadre su sette negli ottavi di finale come non accadeva dal 1990-91.
Ma non solo risultati. [...] Dal Triplete nerazzurro del 2010 fino alla Conference League vinta dalla Roma lo scorso anno si è spalancata una voragine di 12 anni in cui non abbiamo toccato palla in Europa. Che cosa è successo ora? Questo turno è stato un isolato quadrifoglio nel prato? Una semplice coincidenza astrale?
Forse no. Forse c'entra lo spirito nuovo che da qualche anno soffia in Serie A. Prima le grandi erano abituate ad assediare piccole che si chiudevano e si difendevano sulle barricate. Non dovevano alzare il ritmo, solo aspettare la giocata risolutrice del campione. Poi andavano a giocare in Europa e pagavano regolarmente un deficit di intensità e di manovra collettiva. Ora, se vuoi battere Empoli e Sassuolo, devi pareggiare la loro qualità di gioco, devi stare attento alla loro costruzione bassa perché sanno ripartire benissimo. Se vuoi battere il Lecce e il Monza devi prima staccarteli di dosso perché ti aggrediscono senza paura. Le quattro squadre citate hanno sconfitto o tolto punti a Napoli, Inter, Milan, Juve, Lazio, Roma... E le hanno costrette a giocare meglio. Questo forse è il punto: se le grandi sono un po' più grandi è grazie alle piccole che sono cresciute in coraggio e personalità. La denuncia che lanciò giustamente Fabio Capello qualche anno fa, diventata un mantra («La Serie A è poco allenante»), va parzialmente rivista. Oggi il nostro campionato è più allenante di prima, grazie soprattutto all'Atalanta di Gasperini, la prima a ribellarsi al suo destino e a comportarsi da grande, attaccando chiunque e ovunque, fino a sfiorare una semifinale di Champions.
[...] Nella filosofia della Dea, che ha attaccato le grandi d'Europa senza mai abbassare lo sguardo, è nascosta una lezione preziosa di sportività: cercare le sempre la vittoria attraverso il merito, mai attraverso le scorciatoie. Una lezione che una ragazza bergamasca di 18 anni, Mariaclotilde Adosini, ha rilanciato in modo splendido ai Mondiali di scherma Under 20. Vinto il suo assalto contro una spadista francese, veniva informata di un errore tecnico: le avevano attribuito una stoccata in più. Per regolamento, aveva il diritto di tenersi la vittoria, ma lei ha deciso di rimetterla in gioco e questa volta ha perso. [...]
Mariaclotilde ha minimizzato: «Ho fatto quello che è giusto e che mi hanno insegnato. Il risultato non conta. Conta il rispetto per il nostro sport e per la mia avversaria». Una stoccata sublime alla logica dei simulatori e agli strateghi del risultato come unica cosa che conta. Non disperdiamo la lezione. La spada di Mariaclotilde penda idealmente come quella di Damocle sui campi di Serie A. [...]
(Luigi Garlando - Gasport)