La penna degli Altri 09/01/2023 10:41
Tammy solo un minuto: la rivincita di Abraham, l'uomo del gran finale
Abraham serve all’ultimo, quello che fa prima può anche essere dimenticato in fretta, da quanto è irrilevante. Però con le sue acrobazie sghembe ha regalato alla Roma quattro punti in cinque giorni, salvando sulla linea l’ultimo assalto del Bologna mercoledì (come un gol partita) e artigliando il pareggio con il riflesso d’istinto ieri sera, mettendo in equilibrio ciò che di equilibrato non aveva nulla, vista la disarmante superiorità del Milan sotto ogni aspetto. This is football direbbe Tammy, che sugli attimi e sui battiti ci ha costruito una carriera.
«San Siro è un campo difficile su cui venire a giocare», dirà Tammy alla fine. «Il Milan ha attaccato e difeso bene ma su quella palla sentivo che stava arrivando la mia occasione e mi sono buttato dentro. Avevo detto prima della sosta che saremmo tornati più forti. Una vittoria e un pareggio per ripartire vanno bene». La Roma non è più in corsa per lo scudetto, non è il gol del Meazza, dove già realizzò una rimonta avventurosa (da 1-0 a 1-2) anche con l’Inter (e pure quella volta Mourinho non era in panchina per squalifica) dopo una gara spesso allo sbando come questa, ad alimentare chissà quale ambizione, ma almeno in lizza per un posto in Champions ci resta, grazie a questi 4 punti abrahamizzati.
Se i giallorossi spesso non hanno armonia né coralità, hanno però fede in quello che José fa loro studiare, visto che con quelli di ieri sono dieci su ventuno che la Roma ha già segnato su azioni da palla ferma, una specialità che sta rappresentando quasi il 50% delle risorse di gioco giallorosse e che anche l’anno scorso fruttò copiosamente. «Abbiamo fatto quello che ci ha chiesto Mourinho. Lui dice sempre di avere pazienza e aspettare i momenti. Alla fine sono arrivati e li abbiamo sfruttati», spiegherà alla fine Ibañez parlando di questo punto preso per i capelli ma più in generale di chi i punti li sa fare così, sfruttando attimi e battiti.
(La Repubblica)