La penna degli Altri 11/01/2023 10:19

È stretta sui violenti

scontri badia al pino

Il "mezzogiorno di fuoco" in scena oggi negli uffici del ministro dell'interno, Matteo Piantedosi, lascerà il segno. Non per forza con novità immediate, visto che nel pomeriggio alle 16 si riunirà l'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive; ma l'indirizzo politico, quello sì, uscirà dalla stanza romana nella quale il numero uno del Viminale ha deciso di chiudersi insieme al presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, e al numero uno della Lega Serie A, Lorenzo Casini. Ieri, intervenendo a la7, Piantedosi ha parlato di «altri provvedimenti in arrivo», preannunciando «direttive di particolare rigore».

La stretta sulle trasferte è dietro l'angolo, ma non per tutti i club. Nei corridoi del Viminale, ieri, l'ala più oltranzista parlava di fermare i prossimi viaggi di romanisti (residenti nel Lazio) e napoletani (residenti in Campania), ma tutto è ancora da decidere. Piantedosi, comunque, chiederà ai rappresentanti di Figc e Serie A un segnale concreto. Gravina non porterà sul tavolo istituzionale delle proposte, ma si metterà soprattutto all'ascolto con la massima disponibilità.

Secondo il numero uno della Lega Serie A, Lorenzo Casini, un possibile deterrente risiede nella tecnologia: «Se ne parla da diversi anni, rafforzare la prevenzione anche con la tecnologia e riconoscimento facciale in modo da identificare subito i responsabili e sanzionarli». Ma la possibilità di installare queste telecamere per riconoscere i facinorosi c'è già da tempo e la Federcalcio ha incentivato e promosso a lungo questa possibilità. Le società, dal canto loro, hanno risposto con una certa timidezza. Il giro di vite promesso da Piantedosi, comunque, non dovrebbe discostarsi di troppo dal quadro legislativo attuale. E in merito al possibile divieto di trasferte tanto temuto dai tifosi, Casini ha detto che «il tema è sul tavolo e verrà discusso». Il «mai più allo stadio» gridato da Salvini domenica sera, in qualsiasi caso, è stato già smontato dal capo del Viminale, secondo il quale «giuridicamente non si può parlare di Daspo a vita». Interpellato sul tema, dopo aver spesso condannato i comportamenti sbagliati del calcio, ieri il ministro per lo Sport, Andrea Abodi, ha preferito mantenere un profilo basso: «Ho talmente tanta fiducia nel ministro Piantedosi e nel capo della Polizia Giannini che sono sicuro che saranno prese decisioni adeguate rispetto alla gravità del fenomeno».

(Corsport)