La penna degli Altri 17/12/2022 15:43
Mancava una vita, Sinisa
Mancava una vita, Sinisa. Per la Roma sei stato come quel quinto gol contro il Torino, una punizione magica, tu che eri venuto con la nomea di segnarne una ogni due – più o meno – e che invece segnasti praticamente solo quella [...]. Ma che punizione, e che momento, che partita. Finale di Coppa Italia, stadio Olimpico di Roma. Era il 5-2 contro il Toro dopo aver perso 3-0 l’andata e chiuso 1-1 il primo tempo in quella di ritorno, e mancava mezz’ora ancora.
Mancava una vita per una squadra che in pochi minuti ne aveva fatti quattro in uno stadio Olimpico che sembrava rimasto a quello degli Anni 80, gonfio di amore, orgoglio e quel punto di speranza. Invece niente Sinisa, quella partita finì contro il palo di Giannini sotto la Sud dove tu avevi segnato. [...]
Questo sei stato per noi: un quinto gol che non ha portato una coppa, un bacio rubato e poi via verso altre storie, altre squadre, diventando da promessa a minaccia, da qualcuno da aspettare a grande rivale; cominciasti pure a segnarne tre su tre altro che una su due. Sei diventato anche laziale, e a noi ci hai lasciato quel quinto gol inutile, ma bellissimo. E un altro solo in campionato: 28 marzo 1993, un Brescia-Roma, segnasti il 2-0 ma a poco dalla fine della partita dicesti a “papà” Boskov di fare entrare quel “ragazzino”. Si chiamava Francesco: significa che hai segnato l’ultimo gol della Roma prima dell’era di Totti. Di un’epoca e di una squadra che non è più stata tua ma che ti ha accolto e che tu comunque hai segnato. Come quel gol al Toro. Mancava ancora una vita, Sinisa.
(Tonino Cagnucci - Il Romanista)