La penna degli Altri 18/12/2022 09:09
I tormenti di Mou: la Roma è spenta
Il 3-0 subito contro il Cadice non è andato giù al tecnico. A preoccuparlo è una somma di atteggiamenti che vede la Roma aver staccato la spina da tempo. La rosa appare svogliata, lenta, ferma sulle gambe, con il solito canovaccio prevedibile al quale si sommano gli errori reiterati dei singoli. Tra i 12 giorni di vacanza e il viaggio in Giappone - che l’allenatore si sarebbe risparmiato - il tempo per allenarsi realmente, è stato minimo. Sarà forse per questo che ieri Mou ha preferito far allenare il gruppo sulla parte atletica, alla quale poi aggiungere esercitazioni di uscita palla al piede su pressione avversaria, alternando partitelle 4 contro 4 preferibilmente ad un tocco, relegando gli infortunati al lavoro individuale (Wijnaldum, Darboe e Tahirovic la mattina, Belotti nel pomeriggio).
Roma-Bologna è tra poco più di due settimane e per almeno 4 giorni la squadra non si allenerà. Se si sommano le 2 partite che restano ci sono appena 10 giorni di allenamento per ritrovare la condizione. Per riabbracciare Rui Patricio basterà invece attendere martedì mentre per Dybala la speranza è rivederlo dopo Natale.
Tra il caso Karsdorp, apparentemente rientrato in attesa di gennaio, il mercato invernale che non si annuncia foriero di colpi, le voci sul pressing del Portogallo nei confronti dello Special, è come se la squadra vivesse in una bolla. Dalla quale trapela un nervosismo di fondo che non si evince soltanto dall’espulsione di Viña o dalla rissa finale con protagonisti Cristante e Celik contro il Cadice. Svilar, ad esempio, continua a commettere almeno un errore grave a partita. Se per un portiere è difficile giocare a singhiozzo, appare comunque difficile pensare a come gli si possa dare fiducia anche nei match iniziali di coppa Italia. Abraham continua ad essere la controfigura di se stesso. Non tira, non fa salire la squadra, non partecipa al gioco, nascondendosi tra i due centrali avversari. Spinazzola appare in ritardo sulla tabella di marcia. Il centrocampo propone il solito spartito e anche il tentativo di difendere a quattro in corsa, è durato così poco (per il rosso a Viña) che andrà certamente rivisto.
(Il Messaggero)