La penna degli Altri 25/11/2022 09:04
Mourinho spinge: "Serve qualità". Ma Pinto frena: "Ho i paletti Uefa"
Il settimo posto in campionato, la qualificazione ottenuta nel girone di Europa League e i paletti della Uefa sul bilancio spingono José Mourinho e Tiago Pinto verso esigenze diverse. Che lo Special One non manca di far rimarcare. In squadra serve qualità, ma restano i limiti del «financial fair play». «È una questione di opportunità. Non abbiamo la forza di andare in Premier League e prendere giocatori che sono al top, ma il caso di Tammy, ad esempio, è diverso», ammette Mou che poi, quando gli si chiede cosa serve per vincere, spiega: «Devi essere fortunato, avere giocatori con la giusta mentalità e qualità. Noi allenatori possiamo migliorare i giocatori, ma non facciamo miracoli». Quando gli chiedono se prenderebbe un calciatore giapponese, la risposta è sincera e malinconica: «Se costa poco!(risate in sala, ndr) Possiamo prendere Kamada in prestito se l’Eintracht è d’accordo».
Il general manager Pinto è stato chiamato a far capire come il suo (difficile) ruolo debba tenere insieme le esigenze dell’allenatore, ma anche quelle della proprietà: «Senza dubbio teniamo in considerazione l’opinione del nostro allenatore, ma anche dei paletti imposti dal “Financial fair play”». Il dirigente sta provando a cedere Karsdorp e Shomurodov, dopo aver preso Solbakken ed essersi messo sulle tracce di Bereszynski e Bellerin (piace anche la punta Semedo del Benfica, classe 2005 e contratto in scadenza). Anche la risposta sugli “inglesi” della Serie A è differente. «La nuova generazione di calciatori inglesi è molto forte. Fisicamente sono dei mostri». Lo stesso Pinto, poi, conclude: «Se nel calcio ci fossero più famiglie Friedkin sarebbe meglio. Loro hanno la giusta visione e non pensano solo ai guadagni». Anche se i bisogni di Mourinho per la Roma necessiterebbero di molto di più.
(gasport)