La penna degli Altri 07/11/2022 08:02
Le due curve ripercorrono la storia
IL TEMPO (S. PIERETTI) - È finita con tutta la Lazio sotto la curva, così come era iniziata, con la squadra laziale ad accogliere l’abbraccio dei propri tifosi al termine del riscaldamento. È stato un derby colorato, in cui le tifoserie non si sono risparmiate con la voce nel con la fantasia delle scenografie che hanno accolto le squadre in campo. Sugli spalti è stato un derby essenzialmente corretto, colorato, fatto di cori, sciarpe, bandiere e pochi striscioni. All’ingresso delle due squadre in campo la tifoseria giallorossa ha sottolineato la nascita del sodalizio: «1927: noi decidemmo di essere Roma», con l’intero stadio - a esclusione dei settori occupati dai tifosi laziali, abbracciato dai colori sociali: Curva, Distinti, Tevere e Monte Mario, un mare di cartoncini gialli e rossi. La risposta del popolo laziale non è stata da meno, con i ritratti del fondatore Luigi Bigiarelli, del Generale Giorgio Vaccaro e del tifoso della Lazio, con la sciarpa biancoceleste al collo. Il terzo soggetto è una figura astratta, che tuttavia vuol celebrare - come sottolineato da un post degli Ultras - di Vincenzo Paparelli e Gabriele Sandri. Lo sfondo ha i colori del cielo, con il disegno stilizzato di alcuni monumenti della città. Durante i cento minuti di partita, l’adrenalina ha caratterizzato le azioni dall’una e dall’altra parte: consumati nelle energie e nelle corde vocali. i tifosi della Lazio hanno continuato a festeggiare lungamente la loro squadra, mentre la Roma era già sotto la doccia.