La penna degli Altri 26/10/2022 08:29

Stadio Flaminio. Ultimatum alla Lazio

lotito 2020

IL TEMPO (M. ZANCHI) - Sullo stadio Flaminio dal Campidoglio arriva l’ultimatum alla S.S. Lazio. Entro dicembre l’amministrazione Gualtieri vuole vedere un progetto, un’idea, qualcosa che dimostri che Claudio Lotito ha davvero intenzione di trasformare il gioiello di Pier Luigi e Antonio Nervi, che oggi versa in un desolante stato di degrado, nella nuova casa dei tifosi biancocelesti. «Non possiamo aspettare in eterno», ha sentenziato l’assessore allo Sport di Roma Capitale, Alessandro Onorato, intervenuto durante la commissione capitolina di ieri, aggiungendo che «a oggi non c’è nessun progetto presentato. Aspetteremo al massimo entro la fine dell’anno, poi esploreremo altre possibilità».

E nonostante sia inevitabile il paragone con il progetto dell’A.S. Roma su Pietralata, approdato in conferenza dei servizi con un corposo dossier, non si possono ignorare le grosse differenze. A Pietralata, ad esempio, lo stadio oggi non esiste. I giallorossi lo realizzerebbero da zero, integrando la zona sportiva con servizi e ristorazione. Sul Flaminio, invece, Onorato ha parlato chiaro: «rimarrà a carattere sportivo, non potrà mai essere legato a un centro commerciale».

D’altra parte la situazione sul campo è complessa. Lo stadio Flaminio, struttura tutelata dal punto di vista architettonico, per essere adeguato alla serie A dovrebbe essere modificato per accogliere almeno 40mila tifosi, mentre la capienza attuale non supera i 28mila. Non solo, la sua collocazione nella zona della Collina Parioli mal si concilia con la realizzazione della copertura dell’impianto, prevista dalle norme Uefa, che rischierebbe però di impattare sul paesaggio. E la presenza di un’estesa necropoli romana al di sotto delle tribune renderebbe impraticabile realizzare parcheggi interrati. Ma durante la commissione di ieri è emersa un’ipotesi che, secondo la direzione capitolina Sport, consentirebbe di superare buona parte dei vincoli esistenti.

La soluzione, peraltro molto costosa, passerebbe da «strutture sospese» per coprire l’impianto «senza invaderlo nelle sue murature e opprimerlo a livello visivo». Opzione costosa, sì, «ma basta ricordare quanto costa fare uno stadio coperto per 40mila posti e ci si rende conto che il costo della copertura è inferiore», ha aggiunto Mauro Schiavone, architetto che dieci anni fa ha partecipato a uno studio dell’azienda capitolina «Risorse per Roma» proprio relativo al Flaminio. Resta da capire se la Lazio riterrà conveniente l’investimento. Altrimenti, a detta del presidente della commissione Ferdinando Bonessio, si potrebbe addirittura cambiare destinazione: dal calcio «a velodromo o atletica indoor».