La penna degli Altri 10/09/2022 08:28

Santon dice basta: il mio corpo non regge

Santon

IL TEMPO (M. VITELLI) -  Svincolato dal 1° luglio dopo essere stato un giocatore della Roma dal 2018, Davide Santon dice basta. A trentuno anni le condizioni delle sue ginocchia lo costringono al ritiro, a malincuore, ma con la consapevolezza che non c’è altro da fare. «Nel primo anno in cui sono stato messo fuori rosa - racconta in un’intervista rilasciata a Tmw - ho vissuto un controllo dopo l’altro. L’unica soluzione sarebbe rischiare di avere delle protesi. Ancora riesco a camminare con le mie gambe, ma per fare il calciatore professionista serve altro». Santon spiega poi nel dettaglio le sue condizioni fisiche. «Il ginocchio sinistro è andato, quello destro è stato operato tre volte: cartilagine, tolto tutto il menisco esterno, ma appena faccio un minimo sforzo si gonfia e non si piega più. Tutti i miei infortuni al flessore partono da lì». Le ultime stagioni sono state un inferno, ora vuole voltare pagina. «Ho giocato anni con la paura di farmi male, ho deciso di non farlo più - continua - c’erano alcune offerte, però ormai era una sofferenza». A Roma è stato criticato da molti. «Mi dicevano che stessi rubando i soldi - sottolinea - la verità è che con la società eravamo d’accordo sul salutarci, ma non riuscivo a passare le visite mediche per andare altrove». Adesso davanti c’è una vita diversa da scoprire. «Non mi aspettavo questo finale di carriera, ho sofferto, ma devo accettarlo. Ho la famiglia, due bambine, ora mi dedico a questo, poi vedrò se restare nel mondo del calcio». Un rimpianto, però, rimane. «A diciotto anni, nell’Under 21, mi ruppi il ginocchio, ma il secondo allenatore mi disse di continuare a giocare e così una fratturina diventò una fratturona». Chiusura con una riflessione. «Nel calcio non c’è più l’amore con cui sono cresciuto. Moratti era un papà, ora il pallone è un business, non so se questo mondo mi appartiene ancora».