La penna degli Altri 21/09/2022 09:34

«Così trasformai Pablo in La Joya»

dybala empoli-roma

Il cognome si eredita, il nome è pensato, ma il soprannome è un’intuizione. Era l'agosto del 2011 quando nacque la 'Joya'. "Vedevo quel ragazzino di 17 anni colpire di sinistro in quel modo, diverso da tutti gli altri - dice Marcos J. Villalobo, cronista sportivo al diario La Mañana de Cordóba -. Il modo di portare il piede sotto il pallone, di calciare e lasciare che il gesto non finisse nel tiro. Il corpo si muoveva in modo elegante, con stile, come una danza".

Quel giovane era Paulo Dybala, ma qualcuno lo continuava a chiamare Pablo. 'Joya' è il gioiello, il diamante: "Per me era un gioiello per come giocava, mi venne in mente quella parola. E mi dissi: 'sì, lo chiamerò in quel modo, perché lo rappresenta'". Questo soprannome nacque nella partita contro l'Aldosivi, club a cui Dybala segnò il suo primo gol tra i professionisti. "Il mercoledì successivo scrissi un articolo per celebrare Paulo - racconta Villalobo -. Scoprii che aveva dietro una fila di procuratori che volevano convincerlo a firmare per loro e decisi di parlarne con lui. Lo contattai su  e mi feci spiegare la storia. In pratica aveva giocato le prime due partite senza avere un contratto. Gli scrissi sulla chat che lo avrei chiamato 'La joya' e che il titolo sarebbe stato 'La joya que tienta', il gioiello che ti tenta, perché tutti lo volevano. La sua risposta fu: uh, che bel titolo, sìsìsì". Ai tifosi il soprannome piacque e divenne virale sui social. Cominciarono a usarlo tutti.

Villalobo ha parlato anche del trasferimento di Dybala alla Roma: "Adesso lo chiamano così a Roma. Lo hanno ricevuto come un fuoriclasse, era ciò di cui aveva bisogno, sentirsi amato. Qui a Cordoba eravamo tutti per la , ma solo perché era lui. La non è molto amata, perché era la rivale del di Diego Armando Maradona. Ora siamo tutti per la Roma".

(corsport)

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