La penna degli Altri 26/07/2022 09:36

Il sogno folle PD: candidare Totti

totti

IL TEMPO (G. FERRONI) - Tutta colpa delle voci che circolano su Ilary Blasi e la sua possibile fuga da Roma verso Milano, dopo la rottura del matrimonio con Francesco , per lavorare a Cologno Monzese negli studi Mediaset dove condurrà la diciottesima edizione della notissima «Isola dei famosi». Metti anche che Ilary è amica di Silvia Toffanin, che poi è la consorte di Pier Silvio Berlusconi oltre che una conduttrice televisiva. E allora tra coloro che stanno ai vertici del Pd romano, davanti a una serie di calici di vino, qualcuno ha lanciato una di quelle idee folli che nemmeno all’indimenticato giornalista sportivo Maurizio Mosca, tra una «bomba» e un pendolino, durante «Guida al campionato» e «Controcampo», sarebbe venuta in mente: «Candidiamo alle prossime elezioni politiche con il Pd».

Dopo aver smaltito la sbornia vengono riassunte «le motivazioni», che sarebbero queste: l’ormai ex moglie lascia Roma per Milano, lavora con Berlusconi a Cologno Monzese, cosa c’è allora di meglio che mettere il « » contro quella destra che, a questo punto, viene «impersonata da Ilary»? Una boutade, si spera, che tra l’altro non ha fatto i conti con il diretto interessato e le sue opinioni. Ma lanciare il campione della Romain una campagna elettorale è un sogno, folle, che nel Pd qualcuno coltiva. Comunque, il compleanno di è il 27 settembre, due giorni dopo le elezioni. E lui ha l’età anche per concorrere al Senato, oltre che alla Camera dei Deputati. 

«Voglio centomila volontari», dice continuamente Enrico Letta, anche nella tribuna «amica» di Lucia Annunziata su Rai3. Già: ma perché il segretario del Pd punta sulla parola «volontari»? I pentastellati contiani raccontano che si tratta «di un colpo basso di Letta, una sfida lanciata contro di noi che abbiamo ideato e voluto il reddito di cittadinanza. Sì, perché Enrico non offre un lavoro, e un’attività di quel tipo, anche se smaccatamente politica, così proposta risulta fatta «gratis et amore Dei» senza cacciare un centesimo dalle casse del Nazareno. Insomma, chi farà propaganda per il Pd non dovrà rinunciare all’assegno del reddito, in più il partito di Letta risparmierà un sacco di soldi. Alla fine la campagna elettorale verrà fatta con militanti pagati dallo Stato. In fondo anche questo è un finanziamento pubblico ai partiti, travestito con il volto del volontariato: per il terzo settore rappresenta anche un danno di immagine,comesempre quando la politica se ne vuole appropriare utilizzando lo spirito di abnegazione degli italiani per cinici interessi di parte.