La penna degli Altri 26/05/2022 07:08

Lorenzo il magnifico: «Il mio sogno ora è realtà»

Pellegrini coppa

«Sarà la partita più importante della mia vita», aveva detto alla vigilia. E lo si è visto quando, nel tunnel che porta al campo, non smetteva di tormentare il povero gagliardetto giallorosso. Lorenzo Pellegrini era nervoso, ma capitano non si è perso. Come tutta la Roma, forse più di tutta la Roma, ha dimostrato di sapere gestire il peso di una finale vera.

Ora tocca a lui guidare la festa, a Lorenzo da Cinecittà, che l’ultimo trofeo vinto dalla Roma – la Coppa Italia del 2008 - lo aveva festeggiato “a casa, coi miei, che come sapete sono tutti romanisti”. Una famiglia giallorossa che ha temuto per lui, quando un’aritmia cardiaca ai tempi dei Giovanissimi rischiò di troncargli la carriera, e che ora festeggia il coronamento di una stagione fantastica. Con il gol al Trabzonspor del 19 agosto scorso Pellegrini è diventato il primo giocatore italiano ad essere andato a segno in tutte le tre competizioni Uefa.

Quest’anno, a 26 anni, si gode la maturità. Ha sbagliato pochissimo e in Conference League ha spesso fatto la differenza. La maglia numero 7 di Bruno Conti. Il posto in campo di , con qualche ovvio adattamento tattico. Ma soprattutto la fascia al braccio, che ne ha fatto l’ultimo esponente di quell’aristocrazia di capitani romani e romanisti che ha il suo simbolo vivente in . «Tanti bambini parlano con i supereroi, altri con i protagonisti dei cartoni animati. Io, semplicemente, parlavo con », ha scritto qualche tempo fa su , dopo avere tratteggiato il suo rapporto con la città, «Le luci calde, i motorini sul Lungotevere, le lettere sciupate sui cartelli stradali. Lei sta lì, vicina, e non ti lascia per niente al mondo. Con lei balli anche senza musica».

(La Repubblica)