La penna degli Altri 26/05/2022 06:57
La grande bellezza: Zaniolo gol, poi la difesa è un bunker
LEGGO (F. BALZANI) - Sono centomila voci, anche di più. Sono un fiume che passa tutta Roma fino a Tirana e rifà il giro del raccordo fin sotto quella Sud che piange di fronte a Mourinho che esulta, a Zaniolo ed Abraham che ballano, a Pellegrini che alza la coppa. Sì, perché la Roma ieri ha vinto un trofeo internazionale che consegna allo Special One l'alloro di unico vincitore dell'anno e degli ultimi 12 anni del calcio italiano in ambito europeo dopo la conquista della Champions nel 2010.
Una vittoria di carattere, una vittoria di mentalità, di sofferenza contro un Feyenoord che ci ha provato in tutti i modi colpendo due pali e il muro eretto da un gigantesco Smalling e da Rui Patricio. L'ha risolta Nicolò Zaniolo, l'uomo che veniva da due crociati rotti. L'ha conservata Spinazzola, l'uomo che veniva da un tendine d'Achille distrutto.
Entrambi non erano a Wembley un anno fa. Ieri erano in lacrime. Dopo la rete del numero 22 su lancio di Mancini e dormita della difesa olandese la Roma è andata di nuovo vicina al raddoppio prima di subire a inizio ripresa la reazione olandese con Til e Malacia. Tanta paura e un po' di fortuna, ma il carattere della squadra giallorossa è più duro della pietra.
Nel finale Veretout e Pellegrini fronte alla Sud hanno provato a chiuderla prima e hanno trovato i guanti di Bijlow. Gli ultimi secondi sono stati estenuanti. Fino al fischio finale e quel trofeo che va a riempire una bacheca lasciata vuota per troppo tempo. Poi c'è solo spazio per le gioie con bandiere italiane e albanesi unite con We are the Champions di sottofondo. Mourinho ha anticipato le promesse. Un anno fa disse che entro il 2024 Roma avrebbe festeggiato qualcosa di importante. Dopo soli 12 mesi il portoghese ha mantenuto la parola. Merito di una squadra non perfetta tecnicamente ma formata e forgiata nel carattere del suo allenatore.
Un gruppo compatto, una famiglia. È il primo trofeo dei Friedkin che hanno promesso un futuro ancora più luminoso, è il primo trofeo per molti giocatori di una squadra che già prenota la finale di Budapest d'Europa League del prossimo anno.