La penna degli Altri 08/04/2022 09:35

Povera Roma, questo Bodo non va giù

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Non c'è stata rivincita. Arriva un'altra sconfitta in Norvegia, non pesante come sei mesi fa, ma dura da digerire.  Stavolta, s'era detto, sarebbe stato tutto diverso, perché il tecnico portoghese ha spinto e caricato i titolari affinché potessero presentarsi sul campo norvegese con i sentimenti giusti e quella voglia di rivalsa, raccontata dallo Special il giorno prima. È stato diverso, ma sempre una sconfitta è arrivata. E fa male. Ma nulla è perduto.  L'occasione più grossa del primo tempo è quella di Abraham, qualche minuto dopo il tiro dello spavento norvegese, ma l'inglese si fa ipnotizzare da Haikin e poi ci pensa Pellegrini a far capire che stavolta non si scherza: magistralmente servito da Mkhitaryan, il capitano manda la Roma nello spogliatoio con il vantaggio in tasca e un po' di serenità nel cuore. Ma a volte ritornano. Gli incubi, nitidi, anche se non come quelli di ottobre. Finisce che la Roma torna con una sconfitta (2-1) e deve rimontare tra una settimana per andare in semifinale: l'Olimpico sarà colmo di speranza. Il gol del pari del Bodo ha qualcosa di incredibile, segno che su quel campo resta la maledizione: tiro di Wembangomo, innocuo, deviazione di Saltnes, impercettibile, e intervento scomposto di Rui Patricio, che poi vive attimi di confusione. E con lui la Roma, per dieci minuti buoni; si rischia di perdere e dopo la paura, c'è anche l'occasione per vincere. La partita si fa molto equilibrata, i norvegesi riprendono coraggio, davanti a una Roma che ha un po' mollato. Mourinho toglie Micki, uno dei migliori, e Zalewski, che non ne ha più: dentro Shomurodov e Viña, che sarà decisivo al contrario, Mancini esce (c'è Smalling), ma qui non ci sono questioni tattiche: problema al ginocchio, Mou prega che non sia un qualcosa di serio, ma da come è uscito dal campo la cosa non promette bene. E ci mancava a tre minuti dalla fine la rete di Vetlesen (deviazione di Viña), con dormita generale in area. La Roma tenterà l'ennesima rivincita, che sia la volta buona, però

(Il Messaggero)