La penna degli Altri 28/01/2022 09:41

Xhaka, un duro che piace a Mou. Ma in Premier...

Xhaka

Granit Xhaka: quando un nome dice tutto. Granit, ovvero "granito". Dal vocabolario: "simbolo di durezza, solidità, compattezza, tenacia". Il centrocampista dell', svizzero di Basilea, ma origini albanesi-kosovare, è la perfetta raffigurazione di quanto troviamo scritto sui dizionari. È un duro, ha personalità, non ha paura di mettersi il mondo contro. Lo fece ad esempio all'Emirates contro il Crystal Palace il 27 ottobre 2019 quando al momento del cambio rispose ai fischi dei tifosi dell' con gesti sarcastici e togliendosi la maglia. Si scatenò la bufera. Il 5 novembre l' gli tolse la fascia di capitano.

Un passo indietro: il 25 maggio 2016 Xhaka si trasferisce dal Borussia Mönchengladbach all' per 40 milioni di euro. Wenger lo fa debuttare il 29 luglio in una gara contro le MLS All Stars e il suo impatto si nota immediatamente. Xhaka dà all' quello che manca dai tempi degli Invincibili del 2003-2004: personalità, agonismo, rabbia. Qui sorge il problema della sua storia londinese: un eccesso di foga, alcune volte di durezza, che gli procurerà una valanga di ammonizioni e di critiche, ma soprattutto cinque espulsioni, l'ultima il 13 gennaio 2022. E proprio questo , rimediato in casa del Liverpool nella semifinale di andata di Coppa di Lega, ha riportato Xhaka nel suo buco nero dopo il prolungamento del contratto della scorsa estate. Xhaka si è scusato sui social, ma in un'intervista a Sky UK ha spiegato: "Io sono così. Questo è il mio stile di gioco. Non potete cambiarmi dall'oggi al domani. Nel mio ruolo talvolta bisogna prendersi dei rischi. Io lo faccio". Inevitabilmente si è ritrovato nel frullatore del mercato.

(Il Messaggero - S. Boldrini)