La penna degli Altri 07/01/2022 08:18

La ricetta di Cairo: «Salviamo il campionato e il merito sportivo. Il modello è la Premier»

Cairo Torino camicia

GASPORT - In Serie A c'è il caos dovuto al rinvio di alcune partite per Covid e ai risultati decisi a tavolino di altre. Sulla questione è intervenuto il presidente del Torino Urbano Cairo, che ha rilasciato un'intervista alla rosea. Di seguito uno stralcio delle sue dichiarazioni:

Cosa sta succedendo in Serie A?
«È un momento complicato in cui dobbiamo sforzarci di tenere alcuni punti fermi: il campionato è un bene prezioso per tutti e deve andare avanti secondo il calendario deciso, ma esistono momenti delicati in cui questo, purtroppo, non può succedere e deve prevalere il buon senso. In questi casi bisogna rispettare anche il merito sportivo come linea guida delle azioni delle istituzioni: se c’è un numero troppo elevato di positivi, non ha senso giocare, costi quel che costi, anche perché altrove in situazioni simili le partite vengono rinviate e poi recuperate senza problemi».

Che fare, quindi, con il nuovo protocollo “emergenziale”?
«Personalmente, non sono d’accordo con questo nuovo protocollo. Appiattirsi sulle norme Uefa è sbagliato, perché la Uefa deve conciliare le esigenze di molti campionati e non ha altre date da utilizzare. Un conto è dire che con alcuni positivi si può giocare, e su questo siamo tutti d’accordo, un altro è dire che bisogna farlo anche quando quel numero schizza e diventa fuori controllo. Purtroppo, è stato approvato in fretta e furia, nell’emergenza tra mercoledì sera e ieri: se si è dovuto correre così tanto adesso, è perché evidentemente abbiamo perso del tempo prima. Eppure durante le vacanze di Natale si potevano osservare le cose con la giusta calma e cercare l’equilibrio migliore tra lo svolgimento del campionato, la tutela del merito sportivo e, ovviamente, la salvaguardia della salute».

Quale l’esempio a cui guardare, allora?
«In Premier League hanno dimostrato di saperci fare, hanno preso decisioni ragionevoli nonostante avessero casi in aumento più che da noi e sempre con stadi pieni. Lì non è mai stato preso in considerazione l’impiego di ragazzi della Primavera senza alcuna presenza nel campionato maggiore, ma le istituzioni hanno provato a salvaguardare sia il proseguimento della stagione sia i valori del campo. Pur dovendo giocare ben più partite di noi tra Fa Cup e Coppa di Lega, hanno semplicemente evitato di far giocare quando non c’erano le condizioni materiali per farlo senza forzature. L’esempio dell’ultimo Boxing Day è emblematico: mentre da noi il campionato italiano era fermo, la Premier ha giocato quel turno e altri due con un bellissimo spettacolo, nonostante il rinvio di otto partite su trenta. Per inciso, io ero e sono convinto che il Boxing day del 26 dicembre con i turni successivi andassero fatti anche in Italia: quando abbiamo giocato erano belli e andavano ripetuti, per farli diventare un’abitudine anche da noi».

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