La penna degli Altri 17/12/2021 10:45

Adesso anche il vento ha una casa

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IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI) - Io penso che ci sia stato un tempo fatto di grandi persone, di grandi sentimenti e di grandi sospiri. E di sogni talmente ingenui da risultare veri. Di cuori folli. Io penso a Geppo che era un poeta. Penso a tutti quelli che non ci sono più e a tutti quelli che ci sono stati che avevano una grande passione nel cuore e meritavano di raccontarla… O che venga ancora raccontata. Penso ai ragazzi del Commando Ultrà che oggi sono uomini e donne, padri e madri, e che io mi spizzavo mica solo per 90’, ma da quando entravo allo stadio.

Nulla di tutto questo andrà perduto. Nulla è perduto. Personalmente da quando scrivo di Roma – una vita – niente mi potrà ripagare più della commozione che ho visto in loro quando hanno dato – ancora una volta, ma stavolta per sempre – tutto alla Roma. Nei loro abbracci c’erano i compagni e gli amori scomparsi, c’erano i tempi di Agostino e quelli di , quelli di Giannini e di Birigozzi. Quell’ipnotico e profumato color arancio che avevamo negli occhi al sole la domenica all’Olimpico, che spiegava veramente il significato di essere e sentirsi giallorossi. Tutte le coreografie fatte e quelle non realizzate, le trasferte in ogni parte e le preghiere davanti alla radio nelle camerette. Le voci svociate. C’erano loro: quelli che restavo a guardare cercando il coraggio per imitarli.

Stavolta l’esempio non è più solo riuscire a vincere la timidezza e vendere i libri davanti alla scuola, ma scendere di qualche fila in più per l’ultima coreografia, continuare a scendere di seggiolino in seggiolino fino a poter veramente considerare tuo quello striscione. Stavolta l’esempio è lo stesso: amare. Non c’è niente di più ribelle, di ultras, anzi di ultrà, che amare. «Siamo nati e abbiamo vissuto con l’unico scopo di essere al servizio della squadra e della sua gente. Se nei nostri lunghi anni di militanza abbiamo sempre considerato il Commando un patrimonio di tutti, da oggi lo sarà per sempre. Forza Roma».
C’è stato un tempo in cui il popolo è stato al potere e con quel potere ha detto ti amo. Ce n’è stato un altro in cui con quell’amore ha soprattutto resistito. Ora è il tempo in cui quell'amore è nel vento.

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