La penna degli Altri 16/11/2021 09:03
Vitek chiede 291 milioni di danni: “Il Comune ha fatto i capricci”
Affonda tra i ricorsi il progetto dello Stadio di Tor di Valle. Dopo che il Campidoglio ha annullato l'intero iter urbanistico la Eurnova della famiglia Parnasi e la Cpi di Radovan Vitek hanno presentato il conto: ritengono di aver ingiustamente perso fino a 291 milioni di euro e quella è la cifra richiesta all'amministrazione capitolina sotto forma di risarcimento danni. Si tratta di una partita complessa: da una parte ci sono i proponenti e dall'altra il Comune, per ora rimane fuori la Roma dei Friedkin.
La richiesta di basa su una serie di presunti vizi che renderebbero nullo l’atto con cui è stata innestata la retromarcia su Tor di Valle dopo che il club ha annunciato di non voler più puntare su quell'area per la realizzazione del nuovo stadio. Secondo Eurnova e Cpi quella dello scorso luglio sarebbe una delibera di revoca e non un annullamento in autotutela.
Un atto "politico" e non meramente tecnico e per ci sarebbe la richiesta indennizzo: per i ricorrenti la delibera è "confusa e cumulativa di presupposti riconducibili e diverse" norme.
L'altra accusa messa nero su bianco nei ricorsi: il Campidoglio si sarebbe "adagiato acriticamente sulla volontà manifestata da AS Roma", rivedendo le proprie posizioni sul progetto "secondo una modalità che potrebbe definirsi 'capricciosa'". C'è anche un appunto sulle società coinvolte nella procedura: secondo Eurnova e Cpi sono due e diverse. Nei documenti sottoposti al Tar si sottolinea che l’accordo per Tor di Valle nel 2014 era stato sottoscritto tra il Comune e la controllante della As Roma, la As Roma Spv Llc, che però nel 2021 è scomparsa. È stata l'AS Roma, la società sportiva, a non voler più andare avanti.
La palla passa ora ai giudici, i quali dovranno esprimersi anche sui possibili danni: il range va da un minimo di 41 milioni a un massimo di 291. Per quanto riguarda la Roma, il club rischia di essere trascinato in aula in Campidoglio, anche solo per confermare la linea difensiva dell'amministrazione. Se e quando accadrà a Trigoria si attiveranno dei ragionamenti sul futuro: il Comune non può trattare con una società con cui
ha cause in corso, quindi la Roma sarebbe costretta a fondare una nuova società per presentare un nuovo progetto alla giunta del nuovo sindaco Gualtieri. Intanto il club guarda avanti e sui ricorsi si limita a un "no comment", anche se resta la volontà di chiudere presto il nuovo iter per uno stadio sostenibile. Vista l’assenza di una richiesta di sospensiva da parte di Eurnova e Cpi c'è la speranza che il Comune in tempi brevi possa mettersi al lavoro con il club per individuare l'area in cui sorgerà il nuovo impianto del club giallorosso.
(Repubblica)