La penna degli Altri 18/08/2021 10:04

Mou tra i bad boys: voglia di crescere e mordere ancora

AS Roma Training Session

José Mourinho conosce bene Tammy Abraham, da quando al centro sportivo di Cobham gli capitava di sbirciare le formazioni giovanili del Chelsea. Di Tammy lo colpiva l’abilità innata nell’attaccare lo spazio, requisito fondamentale per giocare con lui. Nell’estate che più di ogni altra ha assistito al depauperamento della serie A, Abraham è uno dei rari segnali in controtendenza, talento in entrata anziché in uscita. Nel 1999 Franco Sensi portò alla Roma Fabio Capello, e come raccontano i giocatori dell’epoca, il semplice ingaggio di un tecnico così medagliato infuse al gruppo la motivazione di un facile sillogismo: se hanno preso lui, vuol dire che facciamo sul serio. L’operazione Mourinho ha molti punti in contatto con quella di ventidue anni fa, perché rianima un ambiente depresso dopo il peggior risultato degli ultimi nove anni – Roma settima a 62 punti – e fa scattare il sillogismo che attira gli Abraham e trattiene i Pellegrini.  Storicamente l’enorme personalità del tecnico portoghese funziona assai bene con giocatori maturi, da Drogba e Terry a Cambiasso e Milito, da Ronaldo e Sergio Ramos a Ibra e Hazard. Stavolta invece la sua missione chiave riguarda un 22enne, Nicolò Zaniolo, già transitato per due infortuni di estrema gravità. Mourinho con i giovani a volte fatica, non ne capisce gli atteggiamenti svagati, con Pogba a Manchester sono state discussioni una via l’altra. Su Zaniolo, un altro che usa il suo tempo libero senza pensarci troppo, Mou si gioca la patente di “genitore” moderno: al caso, si faccia aiutare dai figli. C’è molta gente affamata, in questa Roma. Abraham e Zaniolo vogliono imporsi, Pellegrini aspira alla laurea da capitano dopo essersi perso per infortunio la grande occasione europea, Mancini deve recuperare la Nazionale per i Mondiali, Cristante deve conservarla, Spinazzola – ah, Spinazzola – deve farsi rivedere. Ultime due segnalazioni: Villar è un regista arretrato più da Pep che da Mou, ma avercene, e la conduzione dritto per dritto di Eldor Shomurodov potrebbe rivelarsi una chiamata geniale.

(La Repubblica)