La penna degli Altri 18/08/2021 08:43
Michetti: «Stadio sì ma ecologico»
IL TEMPO (M. GRIMALDI) - Fruibile, facilmente raggiungibile, senza traumi all’ambiente». Così il candidato sindaco di Roma Enrico Michetti, intervenuto a Radio Radio nella trasmissione «Lavori in corso», immagina lo stadio della Roma. A poche ore dal debutto in campionato della squadra di Mourinho contro la Fiorentina, in città, oltre al calcio mercato, il futuro impianto continua ad essere argomento centrale tra i tifosi. Michetti in merito sembra avere le idee molto chiare, anche riguardo le possibili zone dove farlo sorgere: «I mercati generali o la parte del Gazometro possono essere un’ipotesi. Lì ci sono vincoli ma a Roma ci sono un po' ovunque, ci sono dei piani conservativi che possono essere rimossi, facendo cadere il vincolo. C’è anche un tratto ferroviario verso Ostiense, una leggera curva verso la stazione quindi se si facesse un piano si interasse il tratto ferroviario si farebbe una grandissima piazza e ci sarebbe stazione Ostiense molto vicino. Bisognerà vedere dove far cadere il vincolo e capire come inserire l’opera in maniera logica e congrua». La sostenibilità del progetto e il suo impatto nella realtà cittadina è un aspetto fondamentale per il candidato primo cittadino sostenuto dal centrodestra: «L’importante è che non crei traumi all’ambiente e che sia fruibile, facilmente raggiungibile accessibile, raggiungibile. Quello che si può fare si fa, a condizione che sia compatibile con il sistema di regole che governa i processi amministrativi della città». Michetti sa bene che se amministrerà la città da Palazzo Senatorio, riceverà pressioni e attenzioni particolari sul dossier stadio, passato già per le mani di tre diversi sindaci. «La procedura è complessa, non è facile da realizzare. Bisogna muoversi con grande circospezione e competenza, l’urbanistica contrastata è una sorta di vantaggio che si dà al privato, che di solito la subisce perché la pianificazione viene dall’alto dove si decide dove allocare un ospedale realizzare le grandi l’urbanizzazione che viene dall’alto. È dall’alto che si decide dove allocare un ospedale, dove realizzare impianti per lo sport, direttrici della viabilità. Tutto deve essere concepito senza interesse del privato preferendo il miglior interesse pubblico nel disegno degli spazi. Nel caso dello stadio si verifica l’inverso, perché è il privato che decide quale uso fare di uno spazio pubblico e se ricevesse un vantaggio indebito potrebbero scattare immediatamente indagini penali o contabili». «La proposta dovrà venire dalla Roma che è il proponente - prosegue Michetti - Ma dovrà esserci un lavoro di concertazione, perché un sindaco ha interesse a riqualificare un quartiere, una società sportiva a realizzare un impianto che ha come sfondo una migliore performance di natura economico-finanziaria. Sono risorse che consentono di realizzare una squadra più forte, di essere più conosciuta e avere i tifosi in tutto il mondo che possano avere un luogo permanente di ritrovo 365 giorni l’anno». Alla domanda, posta dal conduttore, sul perché nella Capitale si parli di uno stadio per Roma e Lazio senza che sia mai stata posata nemmeno una pietra, Michetti risponde ribadendo l’efficacia della Legge 147 che facilita la costruzione di impianti per lo sport e ammonendo che la sua eventuale giunta vigilerà con il massimo scrupolo sul progetto: «Sindaco, giunta e consiglio devono vigilare affinchè non ci siano dietro grandi speculazioni, dall’altro è una grande opportunità, perché ove si realizzasse uno stadio, tutto quello che c’è intorno - mobilità, le opere di urbanizzazione necessarie perché l’impianto si inserisca armonicamente in un contesto idoneo - possono essere realizzate».