La penna degli Altri 01/03/2021 09:32
Bandiere in panca. Dopo Pirlo l'apripista, la valanga: arrivano De Rossi e Cambiasso
IL FATTO QUOTIDIANO (P. ZILIANI) - Se nel governo Draghi è entrata come sottosegretaria alla Cultura la leghista Lucia Borgonzoni, quella che si vanta di non aver letto un libro negli ultimi tre anni e che, da candidata alla presidenza dell'EmiliaRomagna, disse che l'Emilia confinava con il Trentino Alto Adige; se la politica sta messa così, dicevamo, allora lunga vita al mondo del pallone. Che avrà mille difetti, ma non quello di inserire in ruoli strategici figure che c'entrano, come si dice, come i cavoli a merenda. Diciamo questo perché pare ormai pronto, dopo che il debuttante Pirlo alla Juventus ha fatto da apripista, il ritorno sulle scene come allenatori di altri due numeri uno del nostro movimento: Daniele De Rossi, il Capitan Futuro della Roma ai tempi di Totti, e l'argentino Esteban Cambiasso, il popolare Cuchu colonna portante dell'Inter del triplete 2010.
Come Pirlo, anche De Rossi e Cambiasso potrebbero sedersi presto su panchine importanti senza aver fatto alcuna gavetta (De Rossi) o una gavetta minima (Cambiasso, vice di Pekerman, c.t. della Colombia, per pochi mesi nel 2018); ma di certo non li abbiamo mai sentiti dire di non aver visto una partita negli ultimi tre anni odi non sapere chi alleni oggi il Napoli, se Gattuso o Benitez, o la Roma, se Fonseca o Spalletti. Ed è vero: essere stati grandi giocatori non significa avere le stigmate, anche, del grande allenatore; ed essere promossi con 107/110 a Coverciano con una tesi sul calcio che vorrei, come Andrea Pirlo, in cui spieghi che "L'idea fondante del mio calcio è basata sulla volontà di un calcio propositivo, di possesso e di attacco, un calcio totale e collettivo...", eccetera eccetera, non ti mette al riparo dalle brutte figure. Pirlo lo sa bene, a volte basta un Crotone o un Porto per capire che il Maestro siede forse sulla panchina di fianco.
E tuttavia. Esteban Cambiasso, 40 anni, argentino, 10 stagioni all'Inter dopo un breve apprendistato al Real Madrid, da12019 possiede il diploma di "Allenatore Uefa Pro" conseguito in Spagna che gli consente di allenare in qualunque club: Inter compresa, e lo diciamo non tanto perché Conte non stia facendo bene (l'Inter è la favorita numero 1 per lo scudetto), ma perchè il carattere fumantino di "Andonio" potrebbe comunque portarlo, a giugno, a separarsi dalla proprietà cinese con cui non ha mai realmente legato. E non è un mistero che Cambiasso sia rimasto nel cuore di tutti, ma proprio tutti, i tifosi nerazzurri; che in tv lo sentono discettare di calcio a Sky, specie nello Speciale Champions, vedendolo giganteggiare al cospetto dei compagni di studio, con tutto il rispetto peri compagni di studio.
Daniele De Rossi ha invece 3 anni di meno, 37, e ha perso un po' di tempo nel fine-carriera che lo ha portato a vestire, sia pure brevemente, la maglia del Boca in Argentina. Tutto ciò, aggiunto ai ritardi nei corsi dovuti al Covid, non gli ha ancora consentito di ottenere il diploma "Uefa Pro"; perciò ha rifiutato le offerte di Fiorentina, Cagliari e Crotone giuntegli di recente una dopo l'altra. Dicono però che il motivo dei suoi 'no' sia un altro: De Rossi aspetta la Roma. Oggi sta seguendo il corso combinato B-A a Coverciano per poter fare il secondo in serie A. Ma anche il primo (da allenatore ombra), purché un allenatore col patentino lo sostituisca nelle uscite ufficiali, tipo conferenze-stampa. Pirlo, Cambiasso, De Rossi: le bandiere in panchina. Aria nuova in Serie A? Aspettare per credere.