La penna degli Altri 04/02/2021 07:01

Tiago Pinto guarda oltre: i rinnovi di Pellegrini e Miki

AS Roma, la prima conferenza stampa del nuovo giocatore Bryan Reynolds

LEGGO (F. BALZANI) - «Siamo una famiglia». Lo ripete spesso Tiago Pinto a voler rimarcare che i problemi di convivenza sono normali in ogni squadra. Il gm portoghese, nella conferenza di fine mercato, non poteva ignorare la questione che ha vissuto ieri il confronto tra il bomber e Fonseca a pochi giorni dalla sfida alla .
Un colloquio positivo, una tregua fino a fine stagione.

Tutto risolto? No, perché la fascia da capitano resta a Pellegrini. «Un club deve reggersi su disciplina e norme, in questo momento Edin non è il nostro capitano. In futuro si vedrà», ha ammesso Pinto. «Nel mondo del calcio i club vivono con le dinamiche delle famiglie e nelle famiglie esistono i problemi, quando vengono risolti se ne esce più forti. Edin è una persona con un carattere forte che ha scritto pagine importanti qui. Esattamente come Fonseca, il leader del nostro progetto a cui abbiamo affidato il nostro futuro immediato e a medio termine. Il bene della Roma è più importante degli interessi reciproci. Smentisco tutte le voci che mi hanno voluto a colloquio con altri allenatori. Con Paulo lavoriamo per il presente e il futuro». Quest'ultimo dipenderà dai risultati.

Ottimismo sui rinnovi di Pellegrini e Mkhitaryan: «Lorenzo incarna i nostri ideali, a breve risolveremo. Miki ci ha detto che qui è felice, non credo ci siano problemi. L'arrivo di un ds? Lo escludo, ma rafforzeremo alcuni settori». Poi Pinto passa ad analizzare il suo primo mercato italiano: «In entrata siamo riusciti a portare un azzurro come e Reyonolds cercato da molti club. In uscita non siamo riusciti a piazzare chi giocava meno. E questo non mi lascia soddisfatto». Il riferimento è a e Santon. Infine sullo scambio saltato Sanchez-: «Tutto quello che ha detto Marotta è vero. Ho incontrato Ausilio, ma una trattativa vera e propria non è mai iniziata. Siamo disposti a fare degli investimenti. Non conta la quantità dei soldi spesi, ma la qualità del denaro investito».